Salutateci i tunisini'', questa la battuta pronunciata dalla Governatrice della Regione Lazio sulle rive del Tevere e che ha subito accesso la miccia degli attacchi da parte dell'opposizione. Lei, la Polverini, ha subito precisato che si è solo trattato di una normale battuta ma non è servito affatto a placare le polemiche con l'opposizione che da più fronti la accusa di aver pronunciato una ''battuta xenofoba'' e ''di pessimo gusto'' e ''deve scusarsi subito'' con il popolo del Paese nordafricano.
Sarà predisposto in Tunisia, al confine con la Libia, un campo profughi destinato ad accogliere migliaia di migranti in fuga dalle città in rivolta. Lo ha annunciato il ministro dell'Interno, Roberto Maroni, nel corso di un'audizione alle commissioni congiunte Affari costituzionali ed Esteri di Camera e Senato. Per la missione umanitaria sono pronti 5 milioni di Euro e, come ha spiegato il titolare del Viminale, anche le Regioni "sono pronte a partecipare dal punto di vista degli aiuti finanziari".
Uno scenario grave, che potrebbe addirittura esplodere in mancanza di interventi rapidi ed efficaci della comunità internazionale. Unione europea in testa. Il ministro dell'Interno, Roberto Maroni, ospite a Ballarò, lancia l'allarme: "C'è il rischio - ha detto - che la Libia diventi un Afghanistan alle nostre porte e l'Europa non fa nulla, si muove come una lumaca, è incapace di intervenire sull'emergenza".
Rientra la tensione diplomatica tra Italia e Tunisia dopo le polemiche sollevate ieri dal portavoce del governo nord africano in merito all'ipotesi di dispiegare i nostri contingenti per frenare i flussi migratori rilanciata dal ministro dell'Interno Maroni. Il disgelo fa seguito all'incontro avvenuto questa sera tra il ministro degli Esteri Frattini e il primo ministro tunisino Mohammed Ghannouchi.
Un duro atto di accusa contro l'Unione europea, responsabile di lasciare sola l'Italia nella gestione dei flussi migratori conseguenti ai cambi di regime in Tunisia ed Egitto.
“L’imbarazzo e il fastidio per le parole del vescovo Simoni da parte della giunta comunale di Prato suscitano in noi un sentimento di amarezza e di sconforto. Invece di fare i conti con una generosa disponibilità, si lanciano accuse di sentimentalismo emotivo e di invasione di campo. Non è un bello spettacolo quello che Prato sta offrendo alla Toscana e all’Italia. Al vescovo, che si dimostra ancora una volta autentica e alta autorità morale dei pratesi, voglio esprimere il pieno apprezzamento per le sue proposte di accoglienza, anche perché dimostra che c’è un’altra Prato”.
Sono 50 i ragazzi tunisini che hanno trovato temporaneo rifugio nei Cie torinesi. Hanno meno di vent'anni e sono arrivati in Italia per scappare dalla violenza delle rivolte scatenatesi contro il dittatore Ben Ali al potere dal 1987. Per ora nessuno ha chiesto lo status di rifugiato politico, e solo quattro finora hanno raccontato di averci pensato. Nel frattempo i giudici hanno già confermato il loro trattenimento.
Ilaria Bugetti, segretario del PD pratese, ha inviato un messaggio di solidarietà ai cittadini nordafricani della nostra città.
Sembrava un episodio come tanti, da archiviare come semplice gesto di follia o di disagio familiare. E invece la vicenda del tunisino arrestato ieri all'aeroporto di Malpensa sembra assumere contorni inquietanti, legate al terrorismo internazionale. O meglio, a un odio atavico di Sadallah Ganouni per l'Italia e l'Occidente. N
Tremila persone in tre giorni. A tanto ammontano gli immigrati sbarcati nelle ultime ore a Lampedusa. La caduta dei regimi di Ben Ali in Tunisia e di Mubarak in Egitto sembra aver innescato un imponente flusso migratorio verso l’Italia. Non solo: oggi anche gli algerini sono scesi in piazza contro Bouteflika, mentre per il 17 febbraio si sono dati appuntamento in piazza perfino gli oppositori di Gheddafi in Libia.
Spetta al ministro degli Esteri Franco Frattini ricucire lo strappo consumato tra il portavoce del governo di Tunisi e il ministro dell'Interno Maroni. Il titolare del Viminale aveva ipotizzato, per fare fronte all'esodo biblico proveniente dai Paesi del Maghreb teatro della sollevazioni di piazza contro i regimi Mubarak e Ben Alì, il dispiegamento dei nostri contingenti in Tunisia. Una misura per arginare gli sbarchi di clandestini che si stanno moltiplicando in queste ore sulle coste siciliane con una situazione particolarmente critica a Lampedusa.
Sono parole di preoccupazione quelle pronunciate dal console onorario di Tunisia a Firenze, Gualserio Zamperini. La situazione nel Paese è instabile e si fatica a vedere una via d'uscita dopo gli scontri piazza e la resa del presidente in carica. "La paura e l'incertezza del futuro prevalgono sulle speranze, dice il console onorario, spiegando che «la comunità tunisina in Toscana segue con grande partecipazione quanto sta avvenendo nel suo Paese".
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