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udienza

Processo Magherini, Riccardo è morto dopo un pestaggio dei carabinieri

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Immagine articolo - Il sito d'Italia

Ormai non c'è più spazio per l'immaginazione. Riccardo Magherini è morto in Borgo San Frediano a Firenze durante un fermo dei carabinieri. Ma dopo un pestaggio dei militari. E' quello che sta emergendo con forza dal dibattimento in corso al Tribunale di Firenze, dove pende un'accusa di omicidio colposo per quattro carabinieri (Castellano, Ascenzi, Della Porta e Corni) e due volontari della Croce Rossa Italiana (Matta e Mitrea). Ad un militare vengono contestate anche le percosse (appuntato Vincenzo Corni). Ad oggi, da quanto emerso in aula già dalle prime testimonianze, il capo d'accusa sembra essere ben più lieve rispetto ai fatti che stanno emergendo.

Nell'aula 14, davanti al giudice Bilosi, in un'udienza di cinque ore, sono sfilati quattro testimoni e le loro parole sono risuonate come una fotografia drammatica degli ultimi attimi di vita di Riccardo Magherini.

Ci sono Guido e Andrea, padre e fratello dell'ex promessa viola, che accompagnano in aula gli avvocati Fabio Anselmo, Alessandra Pisa e Mattia Alfano. Davanti a loro è seduto il pm Luigi Bocciolini, mentre siedono accanto gli avvocati Francesco Maresca e Riccardo Ragusa, difensori dei carabinieri. Dietro di loro Massimiliano Manzo, difensore di Claudia Matta volontaria Cri, e l'avvocato Maccari legale dell'altra imputata Janeta Mitrea.

Spettatori dell'udienza, come sempre, gli amici di Riccardo Magherini. Stavolta reggere al dolore delle parole che volano in aula è più difficile. Si commuovono. Piangono, con una compostezza esemplare, il loro amico fraterno. C'è Ilaria Cucchi, sorella di Stefano. Come sempre sorride, abbraccia le persone con dolcezza attendendo le ore che la separeranno dalla sentenza della Corte Cassazione. 

 

“ALMENO 5-6 CALCI ALL'ADDOME” - “I carabinieri erano tutti in piedi, e Riccardo Magherini all'inizio era in ginocchio poi l'hanno atterrato” “urlava, chiedeva aiuto e si lamentava”“poi uno dei carabinieri lo ha preso a calci. Almeno 5-6 volte nell'addome” “e altri due calci all'altezza della testa” “ho sentito il rumore” e lui “era già ammanettato”. Matteo Torretti, testimone che assiste alla scena da pochissimi metri, ha un tono fermo di voce, ed è il primo a rispondere alle molte domande di pm e avvocati.

 

“IL MARESCIALLO SCHIACCIAVA LA TESTA” - Ripercorre quei momenti raccontando di “un carabiniere” che “gli schiacciava la testa e gli premeva il ginocchio sul collo”“tutto è durato vari minuti”.

 

“NO I CALCI NO” - “Mi sono avvicinato e ho detto ai carabinieri “no, i calci no!” ma sono stato insultato dai militari, mi hanno dato del coglione” continua Torretti raccontando lo stupore di quegli attimi.

 

LE POSIZIONI DEI CARABINIERI - Il testimone spiega anche le posizioni dei carabinieri su Magherini. “Uno gli stava sulle spalle, uno sulla schiena, un altro era in piedi sui polpacci, sembrava sui pattini, si teneva in equilibrio. Il maresciallo schiacciava la testa di Magherini con la mano e teneva il ginocchio sul collo”. Il pm Bocciolini domanda: “Esercitava pressione?”. “Sì” la risposta di Torretti.

 

“HA SMESSO DI MUOVERSI” - Il racconto prosegue “a un certo punto Riccardo ha smesso di urlare, era immobile” “sono passati almeno 4-5 minuti” “con i carabinieri sopra” “e poi è arrivata l'ambulanza”. “Quando sono arrivati loro Magherini non diceva nulla”. Probabilmente era già morto. E rispondendo all'avvocato Manzo, difensore della volontaria Claudia Matta, spiega anche i movimenti della pancia di Magherini. “Quando gli erano sopra ho visto la pancia che si muoveva e ad un certo punto ha smesso”.

 

L'ACCANIMENTO - Racconta anche l'accanimento di uno degli altri due testimoni accanto a Magherini. “Daglieli più forti” disse incitando i carabinieri alla violenza. Tanto da far ipotizzare in aula un'indagine in corso verso l'uomo per favoreggiamento personale.

 

“CONOSCE LA FAMIGLIA MAGHERINI?” - Matteo Torretti è probabilmente il testimone più importante di questo processo. Certamente ha visto le violenze dei carabinieri su Magherini a terra, prono, ammanettato. Quelle violenze lo hanno colpito. Lo dice. “Non auguro a nessuno di vedere quelle scene”. Eppure Francesco Maresca, l'avvocato degli appuntati dei carabinieri (Corni, Della Porta e Ascenzi), ha provato a delegittimarlo. Senza riuscirci.

 

“HA RILASCIATO INTERVISTE?” - Iniziando dai presunti rapporti con la famiglia Magherini, alle interviste rilasciate in tv. Un autogoal per il difensore dei carabinieri che si è visto ricordare, come la necessità di quelle interviste fosse nata proprio dalle dichiarazioni del legale in una trasmissione di Rai Tre. In pratica quella frase del video “no i calci no”, l'avvocato Maresca l'attribuiva ai suoi assistiti. La realtà è ben diversa. Ed i passaggi lo hanno ben dimostrato. Nessun testimone della scena ha sentito i carabinieri urlare, mentre tutti riferiscono che quella frase la pronunciò Torretti.

Sia Maresca che Ragusa, legale del maresciallo Castellano, cercano di far cadere il testimone in contraddizione. Non ci riescono. Torretti descrive anche come sono stati dati i calci. “Di punta”.

 

“NON MI HANNO CHIAMATO IN CASERMA” - E soprattutto Torretti, rispondendo ad una domanda dell'avvocato Manzo, spiega come quella notte “i carabinieri mi hanno identificato ma non mi hanno detto di andare in caserma”. Perchè? Testimone troppo scomodo? Eppure gli altri due accanto a lui sono stati chiamati subito.
Un altro aspetto da chiarire per questo testimone che racconta senza chiarezza e tentennamenti quello che accade in San Frediano, eppure è ritenuto “inattendibile” dal legale dei tre appuntati dell'Arma.

 

“CALCI IN RAPIDA SUCCESSIONE” - Come Torretti, un altro testimone, Mirko Scotti, riferisce una situazione chiara. “Lo mettono a terra, faccia in giù” “ci sono stati calci” “tre” “in rapida successione”. “Erano inutili perchè lui era già a terra”. “Non so quanto fossero violenti” ma “visto che erano nell'addome penso che facessero male”.

A darli, un'altra descrizione corrispondente a Vincenzo Corni, sempre quel “carabiniere alto e atletico, rasato”. Anche Mirko Scotti riferisce le posizioni dei militari su Riccardo Magherini immobilizzato a terra. Stesse posizioni riferite da Torretti. Con “quello più alto in grado inginocchiato sulla testa”.

 

“HA SMESSO DI URLARE” - Anche lui sosterrà che Riccardo Magherini ad un “certo punto ha smesso di urlare” “poi dopo circa 4-5 minuti è arrivata l'ambulanza”. Anche a lui, la difesa dei carabinieri prova ad insinuare un rapporto di conoscenza con la famiglia Magherini. “Sono venuti il babbo ed il fratello per chiedermi cosa avevo visto”, “mi è sembrato normale che si chiedessero com'era morto il loro caro”.

 

“SCRIVETE LA MIA STORIA” - Riccardo Falato è un altro testimone, assiste alla scena dalla camera al secondo piano della sua abitazione in Borgo San Frediano. In casa con lui vivono i due fratelli che hanno filmato la scena. Lui vede Magherini “preso per la gola” da “un carabiniere” e “l'ho visto blu in volto”. Gli sguardi del testimone e della vittima si incrociano. Magherini parla, urla, si lamenta: “Scrivete la mia storia, mi stanno uccidendo”. Falato racconterà di aver visto “almeno 2/3 calci sul lato destro” di Magherini a terra da parte dei carabinieri. “E' l'ultimo atto di violenza che ho visto su di lui” commenterà durante la sua deposizione.

 

“I VOLONTARI ERANO 4” - Chi invece pare aver visto una scena completamente diversa è una giovane donna che il 3 marzo 2014 viveva in Borgo San Frediano. Lei sostiene di aver visto “quattro volontari, due uomini e due donne”. Ne è convinta. E' l'unica, anche se l'avvocato Maresca l'ha ritenuta “genuina”. I volontari erano tre. Finiti a processo con la stessa accusa dei carabinieri. E nonostante l'avvocato Manzo provi a domandarle più volte se davvero ritiene di aver visto quattro volontari Cri e non tre, lei quasi 'piccata' risponde “quattro”. Insomma un'altra scena. Sarà sempre l'unica testimone che riferirà di sentire Magherini rispondere ai carabinieri e ai sanitari. Risponde urlando. Probabilmente la testimone ha fatto molta confusione. Magherini, purtroppo all'arrivo dei volontari è a terra, immobile e stranamente silenzioso, da almeno 4-5 minuti. Lei è l'unica che sentirà le sue risposte alle domande dei volontari. Sarà anche l'unica a vedere, dal secondo piano, gli occhi aperti dell'uomo. Magherini purtroppo non li riaprirà più.
Prossima udienza il 13 gennaio 2016.

 

 

 

 

 

 

 

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