Il presidente dell'Anpi di Firenze, l'ex procuratore della repubblica Ubaldo Nannucci, denuncia "il silenzio dell'Islam moderato" di fronte alla strage di Dacca, ma anche il conflitto tra alcuni principi religiosi e quelli della Costituzione, e scoppia la polemica.
Nannucci ha espresso la sua opinione commentando un post su facebook della consigliera comunale Cristina Scaletti (de La Firenze Viva) e l'ha ripetuta, precisando che si tratta di una sua "personale opinione", anche in un'intervista all'emittente radiofonica Controradio. La segreteria dell'Anpi fiorentina ha ritenuto di "prendere distanza da quanto espresso da Nannucci", ribadendo che si tratta di un sua personale pensiero e che "le sue opinioni nulla hanno a che vedere con l'associazione considerato che tale tematica non è stata oggetto di discussione".
"L'occidente - ha scritto Nannucci commentando il post di Cristina Scaletti - si rifiuta di vedere che la dottrina islamica è incompatibile con i principi di libertà e di parità fra uomini e donne che caratterizzano la civiltà occidentale, e che la distinzione fra islam radicale e islam moderato è un espediente per non ammettere che non si ha il coraggio di pretendere da coloro che seguono quella dottrina una chiara e formale condanna di ogni forma di violenza e discriminazione cui subordinare il godimento dei diritti civili che riconosciamo giustamente a tutti gli stranieri. Viceversa, per ingraziarceli, gli concediamo moschee, nelle quali le donne non sono ammesse e dove non si sa cosa si insegna. È il nostro atteggiamento di timore che ci rende accomodanti sul piano dei principi, e pavidi nel pretendere chiarezza da coloro che si dicono fedeli a questa religione; che è quella in nome della quale si commettono stragi di 'infedeli', orrende violenze sulle donne non mussulmane, e torture su coloro che non conoscono il corano. Avete visto cortei musulmani contro queste stragi?". La discriminazione delle donne nell'Islam "è una forte differenza con i nostri principi costituzionali: è un dato oggettivo", ha poi aggiunto nell'intervista radiofonica, negando di voler "soffiare sul fuoco". "Casomai - ha detto - a soffiare sul fuoco sono coloro che compiono stragi in nome di una religione".
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