"Rimane il mistero sulle motivazioni della richiesta dell'assessore Perra per l'aumento dei dividendi di Publiacqua da 16 a 18,5 milioni di euro, visto che il presidente di Publiacqua Vannoni non è in grado di rispondere, il suo compito si limita a prenderne atto".
Cosi commenta la consigliera Miriam Amato di Alternativa Libera dopo l'audizione in Commissione Controllo del presidente di Publiacqua. "Mentre i lavoratori sono in mobilitazione, denunciando probabili rischi oltre che per la loro sicurezza anche per quella dei cittadini, in conseguenza alla nuova organizzazione aziendale - afferma Amato - il presidente Vanoni si limita ad aggiungere che alla base dell'agitazione dei lavoratori sta il malumore di coloro che non possono più tornare a cambiarsi negli spogliatoi e quindi in sede all'inizio e alla fine del turno. Ho precisato - continua Amato - che in realtà il problema è che impianti importanti come Anconella e Mantignano, quest'ultimo evacuato 2 volte negli ultimi anni, necessitano della presenza costante di personale qualificato e preparato a fronteggiare le emergenze chimiche, quindi non delegabile a un mero sistema informatizzato". La consigliera sottolinea inoltre che "i lavoratori trascorrono la maggior parte del tempo in auto per raggiungere la destinazione, per intervenire su impianti che non conoscono, vanificando le professionalità e l'esperienza basata sulla conoscenza del territorio. Sul lungarno Torrigiani sembrerebbe - aggiunge Amato - che l'operatore che è intervenuto avesse competenze sulle fognature e non su tubi della portata di 2300 litri al secondo. Il presidente Vannoni ha detto in commissione - riferisce la consigliera - che le mie osservazioni sulla necessità di avere personale presente e qualificato negli impianti di potabilizzazione verrà riportato al nuovo Amministratore Delegato, incarico al momento scoperto che lascia un vuoto anche nel dialogo con le sigle sindacali". "Intanto a novembre si avrà il passaggio sotto Acea 2.0 - sottolinea Amato - oggi mi hanno garantito che ciò non comporterà perdita di autonomia per Publiacqua in materia di software: il mio timore è che la gestione pubblica è nella morsa del privato che gestisce l'acqua, che dovrebbe essere pubblica, come qualcosa su cui far cassa mortificando anche i lavoratori e la loro profesionalità ", conclude Amato.
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