I Carabinieri della Compagnia di Modena, nella mattinata di oggi, hanno arrestato sei cittadini bengalesi, responsabili di rapina e lesioni personali.
">Livorno, Pistoia, Massa Carrara e Prato sono le province toscane a maggior rischio usura. Secondo il “Rapporto 2010” di SOS Impresa, quella labronica sarebbe addirittura in una posizione peggiore in graduatoria rispetto alle province di Trapani e Crotone, entrambe con un grave livello di racket.
Nel corso di mirate attività di prevenzione e repressione dei reati connessi allo spaccio di sostanze stupefacenti ed al patrimonio, nell'ambito di pianificate operazioni di polizia giudiziaria, la Squadra Mobile di Bari ha conseguito i seguenti risultati operativi: 11 arresti in flagranza di reato, 1 esecuzione o.c.c., sono stati sequestrati 11.70 gr. di cocaina, 110 gr. di eroina, 10.500 kg. di hashish, 40.500 kg. di marijuana e 5 piante, 2 pistole ed infine contanti per 9905 euro.
Triste storia di usura con un lieto fine. Aveva ricevuto un prestito di 8.000 euro, ma alla fine è stato costretto a restituirne 28 mila in un paio d'anni, ad un tasso annuo di interessi del 240%. È quanto accaduto ad un imprenditore di Reggio Calabria che alla fine, esasperato per le continue richieste, ha denunciato i suoi usurai che sono stati arrestati stamani dai carabinieri. I tre, Pasquale Lucisano, di 65 anni, Michele Nucera (43), e Antonio Serra (81), sono accusati anche di estorsione.
Prestavano denaro a tassi usurari giornalieri elevatissimi, fino al 4000%. Si tratta di una badante romena di 33 anni, arrestata dalla Guardia di Finanza di Firenze per usura, truffa ed estorsione, e di un commerciante d'arte fiorentino, arrestato per usura ed esercizio abusivo del credito. I due, entrambi residenti a Firenze, sono stati arrestati in due distinte operazioni. La prima indagine ha riguardato la romena, da diversi anni residente in Italia che, oltre all'attività di badante per anziani, era intestataria di una società di restauri e costruzioni (di fatto inattiva).
E alla fine intervenne l'Antimafia.
Dopo i numerosi roghi di piazzole ecologiche e discariche, avvenuti durante il 2010 in tutto il territorio lodigiano, la Direzione distrettuale Antimafia ha avocato a sè le indagini su questi fatti.
La motivazione dell'intervento è presto detta.
La frequenza degli episodi, la distribuzione omogenea sul territorio della Provincia e l'evidente matrice dolosa, hanno portato a un naturale interessamento degli inquirenti che si occupano di racket.
Sono sei in tutto le persone arrestate all'alba nel corso di un'operazione antimafia della Dia all'alba nel palermitano. In manette sono finiti esponenti delle famiglie mafiose di Partinico e Carini, in provincia di Palermo, con l'accusa di associazione per delinquere di stampo mafioso, tentata estorsione ed estorsione aggravata in danno di alcuni imprenditori edili della zona. Nel corso delle indagini sono state registrate alcune riunioni durante le quali i taglieggiatori imponevano alle vittime le modalità, i tempi e la consegna delle somme di denaro richieste. Numerose le perquisizioni.
Le storie di mafia e pizzo, che sembrano ormai all'ordine del giorno in Lombardia, lambiscono anche il lodigiano.
Vittima è un abitante di Sant'Angelo Lodigiano che, arrivato nel nostro territorio da Gela per cercare fortuna, l'aveva trovata, sotto forma di una schedina vincente, del valore di 7 miliardi di lire.
Quella che per molti è una benedizione si era in fretta trasformata in una condanna.
Nella notte fra venerdì 7 e sabato 8 gennaio è stata data alle fiamme un'auto nel sottopassaggio ferroviario di via Piermarini a Lodi.
Ad accorgersene loro malgrado sono stati i residenti nella zona, svegliati dalle esplosioni provenienti dal rogo.
Impauriti e soprattutto colti dal timore che qualcuno fosse all'interno della vettura, una Citroen, hanno prontamente chiamato le forze dell'ordine e i Vigili del fuoco, che hanno appurato la matrice dolosa dell'incendio.
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