Lo stop del campionato è colpa di quei «presidenti sfasciatutto» che hanno deciso di far saltare il tavolo della serie A «senza un vero e proprio oggetto del contendere». Così il presidente del Coni Gianni Petrucci, che in un'intervista alla Stampa blinda il numero uno della Federcalcio Abete mentre evidenzia i dubbi sul presidente della Lega Calcio Beretta e il suo doppio incarico con Unicredit.
«C'è chi in pubblico dichiarava di essere contrario allo scontro frontale con l'assocalciatori e in Lega si vestiva da falco», accusa Petrucci. «Prendiamo l'accordo ponte proposto da De Laurentiis e accolto dal sindacalista Tommasi. De Laurentiis chiamava Beretta e il presidente di Lega, il suo presidente, non si faceva trovare». Se è vero che l'accordo ponte eludeva le richieste dei club sui fuori rosa, «la questione interessa pochi club di serie A che hanno voluto comprare troppo, ma nessuno li ha obbligati a farlo», commenta Petrucci. Quanto al contributo di solidarietà, «è il tipico falso problema. La manovra finanziaria non è ancora legge, non sappiamo quali modifiche verranno apportate al decreto e in ogni caso nelle ultime ore ci sono state le dichiarazioni distensive del ministro Calderoli. In questa vicenda manca l'oggetto del contendere eppure ci si scalda come se in ballo ci fossero le tavole di Mosè». Il capo del Coni sottolinea che la presidenza della Federcalcio non è in discussione. «Giancarlo Abete rimarrà al suo posto. È una persona seria e corretta, ha fatto tutto quello che era nelle sue possibilità per evitare questo strappo». «Rispetto a 20 anni fa - osserva - oggi è molto più difficile dirigere il calcio. Quando eravamo i primi nel mondo non c'era questo nervosismo, l'ansia di recuperare il terreno perduto. Noi ci auguriamo che il Parlamento metta mano ai problemi del settore, dalla legge sugli stadi alla tutela dei marchi, ma il Paese ha problemi molto più seri». Nella Lega Calcio «è innegabile che il clima sia cambiato. Ricordo un mondo solidale, adesso vanno d'accordo solo a Natale, poi tutti in ordine sparso», osserva Petrucci. «Ma non è che se qualcuno grida più forte di Abete, allora Abete è un incapace. Non lascerò che venga dimissionato dai presidenti sfasciatutto in esilio», sottolinea riferendosi a Lotito. Sulla possibilità di commissariare la Lega Calcio, «dico solo che così non si può andare avanti, e chi pensa che il Coni non abbia poteri o strumenti giuridici per intervenire, si sbaglia», dichiara. Quanto a Beretta, «non ricordo un presidente di Lega che disertasse la riunione degli arbitri alla vigilia del campionato. Un fatto gravissimo. Un mese fa il doppio incarico con Unicredit non andava bene ai club, adesso improvvisamente può starci. Qualche dubbio invece comincia a sollevarlo. Forse gli manca la serenità necessaria per continuare a operare nel calcio» Petrucci si dice convinto che «un accordo alla fine si troverà», perchè «i club non sono in grado di resistere a lungo senza incassi». Per l'immagine dello sport italiano, aggiunge, «l'astensione del calcio è un brutto colpo, non il colpo del ko». (ANSA).
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