Compliare un registro comunale in cui indicare in via preliminare le proprie volontà, nominare un amministratore di sostegno oppure consegnare un vero e proprio testamento nelle mani di un notaio: queste in sintesi le modalità descritte nell'incontro di oggi a Palazzo Medici Riccardi, per redigere quello che è comunemente conosciuto come il 'testamento biologico'. Mentre in questi giorni è in discussione alla Camera il disegno di legge sul fine vita, il cui testo introduce il principio della difesa della vita fino all'ultimo; a Palazzo Medici Riccardi si discute del caso Englaro e del testamento biologico come una scelta di libertà. "Non si tratta di un'iniziativa contro la vita - ha esordito il Presidente Andrea Barducci - siamo tutti per la vita e per una vita dignitosa che come tale possa essere vissuta fino in fondo". Ospite dell'incontro Beppino Englaro che ha ripercorso la storia di Eluana e la sua personale battaglia, prima con i medici e poi con le Istituzioni, perchè la volontà di Eluana di non essere sottoposta al trattamento di rianimazione a oltranza, venisse rispettata. "Uscire dal coma ma non essere più consapevoli di sè stessi era l'incubo di Eluana, di gran lunga peggiore della morte". Com'è ormai noto Eluana, nonostante la sua giovanissima età (21anni), prima dell'incidente che l'ha costretta a una condizione vegetativa, aveva in più occasioni ribadito la sua contrarietà a un'eventuale accanimento terapeutico. L'incidente è avvenuto nel 1992, la sua storia si è conclusa come ormai si sa nel 2007. "Nessun genitore dovrebbe trovarsi nelle condizioni di affrontare una tragedia nella tragedia, non può essere nè un medico nè lo Stato a sostituirsi alla propria volontà" ha concluso Beppino Englaro. Al convegno hanno preso parte anche l'avvocato Sibilla Santoni che ha ottenuto dal tribunale di Firenze la nomina di un amministratore di sostegno per un uomo, in buono stato di salute (suo padre) che ha voluto delegare alla moglie le sue volontà in merito a trattamenti medico sanitari. Il legale parlando della norma oggetto di dibattito in questi giorni l'ha definita "incostituzionale in tutti i suoi artcoli, a cominciare dal primo che definisce la vita un bene indisponibile". Della stessa opinione Luca Minniti, segretario di Magistratura Democratica Toscana che ha ribadito il concetto dell'assoluta inattualità di una normativa che voglia sostituirsi alla politica e imbrigliare così la questione del fine vita. Un disegno di legge che "viola chiaramente l'articolo 32 della Costituzione che vieta di fatto ogni trattamento contrario al rispetto della persona umana". Significativo poi l'intervento del Sindaco di Calenzano, Alessio Biagioli, che nel suo comune ha avviato una sorta di sperimentazione che si augura possa venire ripresa anche da altre amministrazioni e che consiste nella compilazione di un modulo, per i cittadini che ne fanno richiesta, in cui rilasciare alla presenza di testimoni le proprie volontà "un'esperienza transitoria - come l'ha definita lo stesso Biagioli - in attesa che una legislazione appropriata e che sia espressione del comune sentire, indichi tempi e modalità". Infine la testimonianza di uno dei fondatori dell'Associazione 'Liberi di decidere' che da qualche hanno ha trovato, seppur faticosamente, il 'proprio' modo per assicurare ai propri iscritti che le proprie volontà vengano rispettate, qualora a un certo punto della vita, non si fosse più nelle condizioni di esprimerle: recarsi da un notaio e redigere testamento, più propriamente la carta di autodeterminazione; un atto a tutti gli effetti legale difficilmente contestabile. Tutte modalità, queste descritte, allo stato attuale ancora possibili e legittime ma a detta del Dottor Antonio Panti, presidente dell’Ordine dei Medici di Firenze persino "non necessarie; l'accanimento terapeutico è già di per sè contrario alla deontologia di qualsiasi medico". Una battaglia, questa, di chi decide in piena coscienza di non arrestare il processo naturale della morte ma che usando le parole di Beppino Englaro "riconosce alla posizione diametralmente opposta pari legittimità".
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