“La notizia appresa dal quotidiano La Nazione circa la vendita del Goldoni messa nel bilancio di previsione 2016 del Maggio Musicale Fiorentino per ripianare i debiti è oltraggiosa".
Lo afferma Cristina Scaletti, consigliere comunale de La Firenze Viva, che incalza: "Offende da una parte la città che viene privata di un bene pubblico per le esigenze di una struttura che fagocita un quantitativo spropositato di finanziamenti dello Stato, della Regione e del Comune senza saper corrispondere con un rilancio artistico e culturale e dall’altra chi si era fidato del Sindaco Nardella quando aveva detto che il Goldoni sarebbe stato al centro del Polo per la prosa fiorentina. Ma quale è il Sindaco vero? Quello del 2014 quando affermava che il Goldoni sarebbe passato sotto la gestione della Pergola o quello che è anche Presidente della Fondazione del Maggio Musicale che non può non sapere che il Sovrintendente Bianchi ha deciso di vendere proprio quel Teatro che il Comune gli aveva conferito?
E mi domando se non ci siano anche dei profili di illegittimità nella vendita del Teatro Goldoni . Perché la legge sulle Fondazioni Lirico Sinfoniche permette al Comune di conferire strutture alla Fondazione purché l’uso sia funzionale alla missione dell’Ente lirico, quindi allo svolgimento delle attività culturali e non per fare cassa e ripianare i debiti.
Perché se così fosse si configurerebbe il rischio che ogni bene pubblico conferito al Teatro possa essere venduto permettendo una strisciante logica della privatizzazione nonché una distrazione dell’uso.
Tutto questo ovviamente fatto senza che nessuno abbia mai potuto vedere nessuna delle carte tante volte chieste al maggio musicale, il piano di risanamento, il consuntivo 2015 o il previsionale 2016.
Forse varrebbe la pena ricordare che i soldi pubblici usati per comprare il Nuovo Teatro dell’Opera, quelli usati per provare a ripianarne il debito strutturale e gestionale, nonché quelli relativi al Teatro Goldoni, sono dei cittadini, di nessun altro.”
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