Notice: Undefined variable: node in theme_fb_social_comments_block_comments_view() (line 116 of /var/www/pressflow/sites/all/modules/fb_social/modules/fb_social_comments/fb_social_comments.module).
Notice: Trying to get property of non-object in theme_fb_social_comments_block_comments_view() (line 116 of /var/www/pressflow/sites/all/modules/fb_social/modules/fb_social_comments/fb_social_comments.module).
noir
Folklore e tradizione: 'La Maledizione della campana'
Torna puntuale l'appuntamento col terrore
Notice: Undefined variable: node in theme_fb_social_comments_block_comments_view() (line 116 of /var/www/pressflow/sites/all/modules/fb_social/modules/fb_social_comments/fb_social_comments.module).
Notice: Trying to get property of non-object in theme_fb_social_comments_block_comments_view() (line 116 of /var/www/pressflow/sites/all/modules/fb_social/modules/fb_social_comments/fb_social_comments.module).
Le campane sono la voce di Dio, scandiscono la giornata del popolo cristiano e con il loro suono raccontano i sentimenti di giubilo e di pianto, di grazia o di supplica di tutta la comunità.
Nel piccolo borgo quel giorno era arrivata la nuova campana dall'antica fonderia di Agnone, in piazza non c'era più spazio nemmeno per uno spillo. Perfino dai paesi del circondario erano accorsi uomini e donne per assistere alla benedizione. Il sacerdote, con ai lati i due chierichetti, intinse l'aspersorio nel secchiello e mentre l'acqua bagnava il metallo pronunciò la formula: "Celebriamo con devota esultanza questo rito di benedizione. La voce del campanile ricordi a tutti che formiamo una sola famiglia e ci raduni per manifestare la nostra unità in Cristo". Quando la campana stava per essere legata a una specie di gru per essere montata sulla torre, Lorena si avvicinò e senza farsi notare scorticò con un coltellino un po' di smalto.
Due mesi prima era nata la nipote Sandra una bella bimba paffuta dagli occhi piccoli, così piccoli che quando sorrideva le due fessurine scomparivano tra le gote. La donna tornò di corsa a casa e senza dire niente alla sorella che aveva appena finito di allattare la neonata, prese in braccio la piccola e le mise sotto la lingua la polvere 'magica' che aveva raccolto in un fazzoletto. La credenza popolare narrava che la lega bronzea della sacra campana donasse forza e saggezza ai pargoli che l'avessero ingerita.
Cosi fu. Sandra cresceva sana e bella, la gente del villaggio, per il suo aspetto orientaleggiante, la chiamava la 'cinese'. Con gli anni affinò il gusto e la penna. Elegante e bella, dalla scrittura fluente, arricchiva le giornate di chi la circondava, regalando toccanti poesie e scritti sublimi. Per tanti era diventata una sorta di oracolo, non vedevano l'ora di essere a contatto con lei, con questa ragazza affascinante, amante dei fiori e dei cappelli, per avere sostegno e coraggio.
Un giorno si recò da lei Luigi, un giovane avvocato, pieno di fascino, chioma fluente e occhi grandi e scuri. Le chiese di scrivere per lui. La giovane gli accarezzò i capelli, strappò un foglietto dalla sua agenda e iniziò a muovere la penna: "Le spalle dicono umiltà, ma tanto coraggio. Come se sapessi che la vita è tutto un imparare, tutta una scalata. Però hai l'ottimismo per scalare e soprattutto la voglia della scalata. Le ritrai in dentro, ma lo spigolo altero si vede comunque. Come se una parte di te fosse umile, ma un'altra sapesse di valere tanto. Attento!".
Luigi lesse con avidità, gli occhi gli brillavano, esplose di gioia a quella lettura senza far caso a quell'ultimo termine. Il suo cuore cominciò a traboccare per la bella sibilla. Inizio per lui la stagione dell'amore. Sandra invece, già 22enne, continuava a vivere in una spensierata primavera della vita non curandosi degli innumerevoli pretendenti. Non sapeva di aver ingerito quella specie di filtro da piccolissima. La campana di Dio infatti l'aveva consacrata a sua insaputa. Quando un uomo le si avvicinava più del dovuto lo scacciava.
Luigi non si perse mai d'animo, proseguì la sua carriera fatta di successi e divenne onorevole alla Camera dei Deputati, ogni santo giorno però cercava di conquistare l'amata. La giovane del tutto indifferente ad ogni avances conduceva la solita vita tranquilla piena di letteratura e amicizie. La sua unica missione, non si stancava mai di ripetere, era quella di portare il sorriso. Da qualche tempo aveva perso la cara zia Lorena, per la quale faceva dire una messa al mese. L'anziana donna aveva portato con sé nella tomba il segreto della polvere. I genitori invece erano sempre più preoccupati per Sandra perché non si era ancora decisa a trovarsi un fidanzato. Non bastava vederla felice nelle sue giornate fatte di lunghi incontri, cappelli e profumi, la volevano vedere sistemata. Il padre le ripeteva continuamente: "ti devi sposare". L'incubo del genitore, ignaro della situazione della figlia, era che rimanesse zitella. Tanto più che ormai aveva persino finito gli studi di medicina con risultati eccellenti. Luigi ovviamente era il prescelto della famiglia: intelligente, simpatico, educato e di successo (proprio come la sibilla gli aveva profetizzato). L'avvocato continuava a scalare, ma la vetta più ambita era il cuore di Sandra.
Sembrava impossibile, fin quando i genitori della giovane dottoressa, soprattutto il vecchio padre Tebaldo, la costrinsero al matrimonio. L'uomo, noto commerciante della zona, non stava più nella pelle al pensiero di diventare il suocero del deputato Luigi Cruciani, il politico più in auge del momento.
Tutto fu preparato nei minimi dettagli, doveva essere il matrimonio del secolo. Sandra cercò di scongiurare i suoi ancora una volta, aveva un terribile presentimento. Ma niente da fare. Non sentirono ragioni, persino l'adorata madre Maria le voltò le spalle, dicendole di smetterla con tutte queste fandonie di bambina. Era un medico ed ora doveva essere moglie. Il fatidico giorno arrivò. Dalla torre campanaria si spandeva il suono a distesa proprio della festività. Maria entrò in camera di Sandra, la sposa era avvolta in uno splendido abito bianco con un lungo strascico. "Senti la campana, ci chiama". A quelle parole la ragazza ebbe un brivido lungo la schiena, supplicò per l'ennesima volta la madre di non permettere quel matrimonio che avrebbe portato solo dolore. Maria, infastidita, le tirò uno schiaffo: "Muoviti". Dai piccoli occhi di Sandra scesero lacrime copiose. Fece in tempo ad asciugarsi il viso e subito di corsa sottobraccio al padre pronto per accompagnarla in chiesa. Sulla soglia la prese Luigi, col cuore colmo di felicità, e insieme procedettero verso l'altare maggiore. L'organo attaccò la marcia nuziale e il vescovo di Trivento, giunto apposta per l'occasione, diede inizio alla liturgia.
Il colpo di scena non tardò ad arrivare. Al momento dello scambio delle fedi la campana iniziò a suonare. Tra le mura sacre arrivò un rintocco sinistro. Era quello funebre. Dapprima i presenti pensarono a uno scherzo di cattivo gusto. Poi si accorsero che in realtà nessuno aveva azionato i comandi. Prima che gli invitati potessero realizzare quanto stesse accadendo si sentì un forte rumore. L'incredulità dei fedeli fu squarciata. Il grosso batacchio della campana precipitò colpendo Luigi. Il presentimento di Sandra si era avverato.