Doveva chiudersi con un patteggiamento a 2 anni e 10 mesi per furto aggravato la vicenda dell'avvocato Stefano Bertini (nella foto), imputato per aver rubato l'eredità milionaria di un suo cliente, un cingalese detenuto con incapacità di intendere e di volere, ed invece il giudice del tribunale di Firenze, Serafina Cannatà, ha rigettato la richiesta del legale fiorentino.
Per Bertini, difeso dagli avvocati Maresca e Taddeucci, e per la funzionaria di banca Maria Grazia Cinaseuro, difesa dall'avvocato D'Avirro (che aveva chiesto un patteggiamento alla pena di 6 mesi), inizierà quindi un processo, il prossimo 20 febbraio, davanti alla seconda sezione penale con giudice Marco Bouchard. Il legale è attualmente sospeso per un anno dalla professione forense proprio per questa brutta vicenda, che lo vede imputato con due funzionari di banca.
Secondo il giudice non c'è dubbio sulla responsabilità dei furti di Bertini e Cinaseuro, e sulla "particolare gravità della condotta" del legale fiorentino "per il danno provocato ad una persona incapace di intendere e di volere".
Bertini inoltre non ha mai risarcito la vittima, difesa dagli avvocati Paolo Florio e Donatella Casini, né proposto "nessun mero tentativo".
Definita "assolutamente incongrua" la pena di 2 anni e 10 mesi patteggiata da Bertini, al quale, secondo il giudice, "non vanno riconosciute le attenuanti generiche".
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