Sembra sortire effetti il pressing politico per ottenere l'estradizione dal Brasile di Cesare Battisti. Dopo l'approvazione all'unanimità al Senato e la convergenza anche alla Camera su una mozione unitaria per riportare il terrorista dei Pac in Italia, un importante segnale in questo senso è arrivato dal presidente dell'Alta Corte brasiliana, Cesar Peluso.
Sit-in e manifestazioni si sono svolti oggi in diverse città d'Italia per contestare la decisione del presidente uscente del Brasile Lula di negare l'estradizione del terrorista Cesare Battisti.
Frattini: "Non lasceremo niente di intentato per riportare Battisti in una prigione italiana"
"Se il presidente Lula non concederà l'estradizione, sarò in piazza ai primi di gennaio insieme ai ragazzi della Giovane Italia, per dimostrare tutta la solidarietà dei giovani italiani ad Alberto Torregiani e ai familiari delle vittime".
Alberto Torregiani, figlio di Pierluigi rimasto ucciso nella sua gioielleria il 16 febbraio 1979 per un tentativo di rapina e dove lo stesso Alberto rimase ferito e, dal quel giorno, costretto su una sedia a rotelle, ha così commentato al TG5 la mancata concessione dell'estradizione di Cesare Battisti da parte del Brasile (condannato come mandande della rapina alla gioielleria Torregiani):
"La Toscana, che collabora allo sviluppo del Brasile con diversi progetti di cooperazione, pretende l'estradizione di Cesare Battisti e utilizzerà ogni occasione e ogni rapporto per ribadirlo" questa la conseguenza della mozione presentata dal PDL, primo fimatario Giovanni Donzelli e approvata oggi unanimemente dal Consiglio Regionale dopo
L'aula della Camera esaminerà martedì 18 gennaio la mozione dell'Udc, a prima firma Pier Ferdinando Casini, sulle iniziative volte a risolvere il problema dell'estradizione in Italia di Cesare Battisti, dopo il "no" del presidente brasiliano Lula. La presentazione della mozione era stata annunciata nel corso della manifestazione di fronte all'ambasciata brasiliana a Roma. La calendarizzazione è stata decisa dalla capigruppo di Montecitorio.
"Sinceramente avevo già capito che Battisti non sarebbe mai rientrato in Italia e devo dire con amarezza che il Governo italiano non ha fatto niente, come non aveva fatto niente per il caso della ex Br, Marina Petrella". Lo ha detto questo pomeriggio a Firenze Lorenzo Conti, figlio di Lando, l'ex sindaco di Firenze assassinato nel 1986 dalle Br, partecipando ad un presidio sotto il consolato del Brasile di Firenze.
Piazza Navona gremita da un centinaio di persone, tra cui molti esponenti del Pdl, del Movimento per l'Italia, dell'Udc e una delegazione Idv, davanti all'ambasciata del Brasile contro la decisione di Lula di non estradare Battisti. Tanti gli striscioni esposti dai manifestanti, che chiedono "giustizia e non vendetta" e definiscono Lula e Battisti "vigliacchi".
Nel giornata delle manifestazioni di piazza contro la decisione di Lula di negare l'estradizione di Cesare Battisti, sono spuntati a Roma, in gran parte nei dintorni dell'ambasciata brasiliana in piazza Navona, numerosi manifesti che inneggiano alla decisione dell'ex presidente brasiliano e alla figura del terrorista dei Pac. Manifesti che portano il logo di un casco e la firma del gruppo 'Militant'. 'Battisti libero, liberiamo gli anni '70', si legge nello slogan che campeggia sotto la foto del manifesto.
"La vergogna ricopre l'intero Brasile. Guerriglieri al vertice vogliono i terroristi impuniti. Non rimarremo in silenzio. Lula protegge un assassino. Ne condivide così le responsabilità. Chi difende la legalità difenderà le proprie ragioni. Il Brasile rinuncia al diritto e si rivela Paese sul quale vanno rivisti i giudizi". E' il duro commento del presidente dei senatori del Pdl, Maurizio Gasparri, dopo il 'no' del Brasile all'estradizione di Cesare Battisti.
"Nessuno pensi che il 'no' all'estradizione di Battisti sia senza conseguenze". Si esprime senza mezzi termini il minstro della Difesa Ignazio La Russa, che ìn un'intervista al Corriere della Sera si dice "pronto ad appoggiare iniziative di boicottaggio". Un 'no' di Lula, sottolinea, sarebbe "una grande ferita nei rapporti bilaterali", ma anche "un atto di grande mancanza di coraggio, perché lui se ne va, ma il Brasile resta".
E aggiunge che "la seconda motivazione circolata, quella cioè di preservare l'integrità di Battisti, "sarebbe peggio della prima che accusava la giustizia italiana".
Anche il Pd prende posizione sul caso Battisti, attraverso una lettera aperta con la quale chiede al presidente uscente Lula la concessione dell'estradizione. "Ci rivolgiamo al presidente del Brasile Lula, che, come dirigenti del Partito democratico e militanti da sempre del fronte progressista in Italia, abbiamo sempre apprezzato e sostenuto.
E' attesa a ore la decisione del presidente brasiliano Lula sull'estradizione di Cesare Battisti, l'ex terrorista rosso dei Pac condannato in Italia per quattro omicidi. Indiscrezioni rilanciate dal quotidiano brasiliano O Globo farebbero propendere per il diniego dell'estradizione e per la concessone dell'asilo politico. Una voce sempre più insistente, che prende corpo scatenando aspre polemiche.
Il presidente brasiliano Luiz Inacio Lula da Silva deciderà la settimana prossima sul caso Cesare Battisti. Lo ha riferito questa sera all'Ansa una fonte del palazzo presidenziale del Planalto a Brasilia.
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