Gesto intimidatorio nei confronti de Il Giornale. Recapitata alla redazione una lettera che conteneva un proiettile da revolver calibro 40 Smith & Wesson e un volantino di minacce con la stella a cinque punte delle Brigate rosse tracciata con un pennarello su un testo scritto al computer . "'Nell'attesa... dato che si parla per slogan... Berlusconi è un perdente" - si legge nel testo, che così continua - "Il più grande Bunga Bunga era stato quello di Dalema a classe operaia e proletariato!'.
L'ex brigatista Giuseppe di Cecco ha vinto oggi il suo ricorso alla Corte europea dei diritti dell'uomo contro lo Stato italiano. La Corte ha stabilito che le autorità italiane hanno violato il diritto alla segretezza della corrispondenza dell'ex brigatista mentre era in carcere ed ha disposto che lo Stato italiano versi a Di Cecco 2 mila euro, la metà per danni morali, il resto a copertura delle spese legali sostenute. Di Cecco fu condannato a 25 anni di reclusione ed ha finito di scontare la pena nel 2008.
Telefonata di minacce, stamane alle 9,20 circa, ad un interno della Fim nella sede provinciale della Cisl in via Carlo Del Prete. Lo rende noto la Cisl. «Quella m... del segretario vostro prima o poi lo facciamo fuori» sono le parole pronunciate da una voce maschile, secondo quanto riferito dal sindacato. La segreteria provinciale della Cisl ha presentato denuncia alla digos. È la seconda volta in poco più di 24 ore che la Cisl fiorentina è presa di mira.
Oggi si celebra la Giornata della Memoria, tra qualche giorno quella del Ricordo. Ma le celebrazioni non bastano, forse finiscono addirittura per diventare un rito annuale, una ricorrenza da calendario, dovuta e persino stanca. E se l'intento, certamente nobile, è quello di tramandare e conservare il ricordo di un avvenimento atroce che funga da monito alla nostra come alle generazioni a venire, è vero però che alla memoria, soprattutto dei più giovani, serve molto più di un appuntamento istituzionale a scadenza regolare.
"Sinceramente avevo già capito che Battisti non sarebbe mai rientrato in Italia e devo dire con amarezza che il Governo italiano non ha fatto niente, come non aveva fatto niente per il caso della ex Br, Marina Petrella". Lo ha detto questo pomeriggio a Firenze Lorenzo Conti, figlio di Lando, l'ex sindaco di Firenze assassinato nel 1986 dalle Br, partecipando ad un presidio sotto il consolato del Brasile di Firenze.
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