Gli atomizzatori possono essere considerati il nucleo delle sigarette elettroniche,
il cui compito è quello di vaporizzare i liquidi. La scelta del giusto atomizzatore non deve essere sottovalutata ed è molto più importante di quel che si possa immaginare, in quanto l’esperienza di svapo cambia da un modello all’altro a seconda dell’effetto hit, vale a dire il colpo in gola che deriva dall’aspirazione della nicotina, che genera l’appagamento. Inoltre, altri aspetti decisivi sono il tipo di tiro, che può essere polmonare, ovvero arioso come con un boccaglio da sub, o di guancia, contrastato e chiuso come con una sigaretta tradizionale.
Sono quattro gli elementi principali che formano un atomizzatore: la testina, il tank, il drip tip e la base. La testina, nota anche con il nome di coil, non è altro che una resistenza elettrica avvolta da cotone organico, vale a dire l’elemento che permette di vaporizzare il liquido. Il tank è il serbatoio, mentre il drip tip è il beccuccio che permette di aspirare il vapore generato dalla coil. Infine c’è la base, che chiude il tank e consente di collegare l’atom ad un corpo batteria tramite un connettore elettrico.
In sostanza, un atomizzatore può essere considerato come il serbatoio in cui finisce il liquido, connesso alla batteria del dispositivo. Dentro c’è la resistenza, che è immersa nel liquido e che si riscalda per mezzo dell’energia che viene data dalla batteria: è così che il liquido può essere vaporizzato. Ogni volta che si aspira tramite il drip tip, il flusso di aria viene miscelato con il vapore. Nel corso del tempo sono stati proposti sul mercato atomizzatori di differenti tipologie, con la ricarica dall’alto o dal basso o con il flusso d’aria superiore o inferiore. Anche i materiali di composizione possono essere diversi: il metallo, la plastica, il vetro, e così via. In ogni caso, le modalità di funzionamento restano identiche. Esistono modelli di fascia alta, detti high-end, realizzati con materiali di pregio e architetture particolari, ma anche modelli economici e funzionali che costano 10-15 euro. In ogni caso, se si vuole risparmiare si può dare un’occhiata nei mercatini dell’usato o in qualche outlet della sigaretta elettronica.
La testina include al proprio interno del cotone purissimo, o altro materiale assorbente, ed un filo resistivo metallico avvolto in spire. In alcuni modelli al posto del filo è presente un reticolo metallico a maglie molto fini, chiamato mesh, che aumenta la superficie vaporizzante e consente di produrre nuove più abbondanti. L’e-liquid viene assorbito dal serbatoio da parte del cotone per mezzo dei fori presenti ai lati del bussolotto metallico che racchiude la coil. Tanto più grandi sono i fori, quanto superiore è la capacità di assorbire da parte di quella resistenza. Il cotone convoglia il fluido fino alla bobina, che al passaggio della corrente diventa incandescente e vaporizza istantaneamente il liquido a contatto. Gli esperti raccomandano di utilizzare miscele ad elevata percentuale di glicerina vegetale (VG) con le testine per svapo polmonare, caratterizzate da fori di alimentazione piuttosto ampi, e miscele 50% VG – 50% VG per le head coil da guancia, che hanno fori di afflusso del liquido più piccoli.
La testina presenta alla base il contatto con la batteria grazie a cui viene prodotta l’energia che occorre per riscaldare la resistenza. A tale scopo si adopera una corrente di tipo continuo, che in base alla regolazione va da un minimo di 3 a un massimo di 5v. il polo positivo si trova al centro della base della testina, mentre il polo negativo e separato da un isolatore in gomma.
Che siano rigenerabili o a testina, gli atomizzatori possono essere a tiro di guancia o a tiro di polmone. Il tiro di guancia è consigliato per chi si è avvicinato da poco al mondo dello svapo e può essere paragonato al tiro di una sigaretta classica; prima si aspira il vapore in bocca e poi lo si inala in direzione dei polmoni. Il tiro polmonare, invece, prevede di inalare il vapore direttamente nei polmoni.
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