Aveva un negozio in via Cavour, nel centro storico di Firenze, il 42enne pakistano frequentatore di un centro di preghiera tabligh a Prato, espulso dall'Italia nei giorni scorsi per motivi di sicurezza. L'uomo, arrivato a Firenze nel 2006, lo ha gestito fino all'anno scorso, quando ha cessato l'attività. Secondo le informazioni in possesso della Digos fiorentina e dei servizi segreti, nel centro di preghiera di Prato, che avrebbe frequentato fino allo sua partenza dall'Italia lo scorso agosto, svolgeva anche l'attività di imam, attraverso la quale radicalizzata musulmani in Italia, e, sul fronte internazionale, vantava contatti col mondo contiguo allo jihadismo pakistano e afghano. Personalità conosciuta nel mondo musulmano fiorentino e pratese, con le sue prediche aveva contribuito a radicalizzare anche un 27enne pakistano che è stato espulso da Prato all'inizio dell'anno.
Il 42enne, Mahmood Khan Zia Afgaal, viveva nel capoluogo toscano in una casa nella zona del Poggetto nell'immediata periferia di Firenze, con la moglie pakistana, la compagna italiana convertita all'Islam - che aveva di fatto il ruolo di seconda moglie - e i figli avuti dalle due donne. Lo scorso agosto aveva lasciato l'Italia ed era tornato in Pakistan con tutta la famiglia, compresa la compagna. La donna, che lavora a Firenze ed è attualmente in aspettativa, si trova ancora in Pakistan. Nei giorni scorsi, per motivi in corso di accertamento da parte della Digos di Firenze, il 42enne è tornato da solo in Italia e in particolare a Firenze, alloggiando in una casa di alcuni conoscenti. Qui è stato rintracciato dai poliziotti della Digos a seguito del provvedimento di espulsione emesso nel frattempo nei suoi confronti. Venerdì scorso è stato rimpatriato in Pakistan.
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