In occasione della giornata mondiale di lotta contro Hiv/Aids si è svolto questa mattina nella Sala d’Arme a Palazzo Vecchio un incontro di formazione e sensibilizzazione tra le amministrazioni del Comune di Firenze e di Scandicci e le associazioni di volontariato impegnate sul territorio.
Presenti il sindaco di Scandicci Sandro Fallani, la vicesindaca di Firenze Cristina Giachi, l’assessore alla Salute Sara Funaro, i presidenti di commissione Serena Perini (Pari Opportunità), Nicola Armentano (Sanità), Cecilia Pezza (Istruzione e lavoro), la Presidente della commissione Pari Opportunità di Scandicci Chiara De Lucia, oltre ai rappresentanti delle associazioni organizzatrici dell'European Testing Week appena conclusa: Lila Toscana, Associazione Solidarietà Caritas, Insieme, Ireos, Anlaids Firenze. E non sono mancati testimonial del mondo sportivo. Con un video messaggio hanno partecipato le campionesse di volley della Savino Del Bene, e Niccolò Beni, olimpionico a Pechino 2008, presente in sala che si è sottoposto, per dare il buon esempio, al test rapido Hiv.
La vicesindaca Giachi ha iniziato il suo intervento salutando e ringraziando gli studenti presenti “perché informarsi sull’Aids non vuol dire solo avere uno strumento in più per difendersi dalla malattia, ma vuol dire anche rendersi conto che ognuno di noi è parte di una collettività e che, quindi, un comportamento che mette a rischio noi stessi può ricadere negativamente anche sugli altri. Informandovi come fate oggi - ha detto rivolgendosi ai ragazzi - compiete un atto di cittadinanza, un gesto da cittadini consapevoli”. La vicesindaca ha anche ricordato che la cosa più importante da ricordare oggi, nella Giornata mondiale contro l’Aids “è il tema della prevenzione e della diagnosi precoce della sieropositività, che negli ultimi tempi è lievemente diminuita”. “Il virus dell’Hiv se diagnosticato presto può consentire alle persone che ne sono affette di condurre una vita normale - ha spiegato la vicesindaca - e mette in condizione di fare una vita tranquilla prendendo alcuni farmaci, mentre si possono avere brutte sorprese quando la diagnosi è tardiva. Siamo a un punto critico, nonostante che la ricerca nel tempo abbia fatto passi da gigante, e con i nostri comportamenti dobbiamo aiutare la ricerca e l’investimento di energie che tanti volontari e associazioni mettono nell’aiutare le persone colpite dal virus e coloro non ne sanno nulla per avere le informazioni necessarie a prevenire l’incontro con la malattia”.
“I ragazzi sono i primi che possono fare in modo che ci siano meno casi di Hiv e che si faccia più prevenzione possibile - ha detto l’assessore alla Salute Sara Funaro -. I giovani sono i primi a dover sapere dove e come avviene il contagio. È vero che negli ultimi anni abbiamo assistito ad una lieve diminuzione dei casi di Aids ma serve che la prevenzione e la ricerca vadano ancora avanti: l’Italia è al 13esimo posto nella classifica europea per contagio da Hiv e sappiamo che di nuovi casi ce ne sono circa 5/6 ogni 100mila abitanti. “Sembrano pochi, ma in realtà non lo sono - ha spiegato - se li andiamo a moltiplicare per quelli che sono i dati della nostra popolazione. È importante fare una riflessione su come avviene il contagio perché nel passato avveniva maggiormente attraverso lo scambio di siringhe infette. Oggi, invece, non è più così perché le maggiori percentuali di contagio avvengono attraverso rapporti eterosessuali e omosessuali”. “Per combattere l’Aids sono fondamentali la ricerca e la prevenzione - ha concluso Funaro - e ci auguriamo che attraverso iniziative di sensibilizzazione come questa e il coinvolgimento dei nostri giovani si arrivi un giorno ad avere percentuali minime di contagio”.
“La politica ha la necessità di rendere più forte il messaggio che arriva dal mondo sanitario e dal mondo dell’associazionismo sulla prevenzione dall’Aids. Un male nascosto – ha sottolineato il presidente della Commissione Politiche sociali e della salute, sanità e servizi sociali Nicola Armentano – ma da non sottovalutare perché, ancora, non risolto. Anche a livello nazionale si punta a sensibilizzare e prevenire l’Aids. Tra le altre iniziative, in questa giornata mondiale contro l’Aids, il ministero della salute è stato illuminato con delle luci particolari che formano la scritta “Stop Aids”. Si parla molto di prevenzione, ma questa si forma soprattutto sull’empowerment, ovvero sulla consapevolezza di sé e sul controllo delle proprie scelte. Occorre diffondere le buone pratiche ed i corretti stili di vita. Prevenzione e diffusione della cultura sono punti cardine affinché si possa avere una salute più protetta. Difendere la propria salute, solo così si difenderà anche la salute degli altri”.
Oggi in Europa sono stimate in 2 milioni e mezzo le persone con Hiv, ma il dato più sconcertante è che almeno una su quattro di queste non è a conoscenza del proprio stato sierologico e che metà delle diagnosi vengono effettuate in ritardo rispetto al momento in cui è stato contratto il virus. Tutto ciò ritarda l’accesso alle cure compromettendone l’efficacia e pregiudicando la possibilità di contenere l’epidemia.
Test-Treat-Prevention (Test-Terapia-Prevenzione) sono le tre azioni fondamentali per dare una svolta definitiva nel contenimento dell’infezione e un invito a non abbassare la guardia. L’offerta oggi possibile del test rapido è ad esempio uno strumento importante per poter raggiungere l’obiettivo Unaids del 90% di persone consapevoli del proprio stato sierologico e sottoposte alle cure, che permetterebbe di debellare il virus entro il 2030.
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