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Folklore e tradizione: 'La Processione dei morti'

Con questo racconto iniziamo la pubblicazione di una serie di storie tenebrose
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La Processione dei morti

Ogni 2 novembre i morti si risvegliano. Appena suonato l'ultimo rintocco della mezzanotte vengono fuori dal fondo dei burroni, dal greto dei torrenti, dalle tombe e dagli ossari. Si alzano e si incamminano incolonnati. La croce davanti portata da uno scheletro di un bambino apre il corteo, ai lati altri due che furono fanciulli con i ceri accesi in mano. Tutti e tre vestiti da chierichetti. Dietro di loro centinaia di morti a salmodiare e recitare il rosario.

 

Marietta dopo cena era tornata in cantina per controllare il vino nelle botti e per effettuare le operazioni di spurgo. Presa dal lavoro non ricordava che giorno fosse, quando d'un tratto sentì le preghiere di voci metalliche e i passi scanditi da una cadenza troppo regolare, capì. L'esercito di morti stava passando nella piazza del paese. Chiuse la cantina e risalì a casa.

 

La processione delle anime del purgatorio della notte tra il 1° e il 2 novembre poteva essere sentita e vista solo da chi non ricordava che giorno fosse e non avesse commemorato i propri defunti. La leggenda parlava chiaro: i morti condannati all'oblio dai parenti ingrati l'indomani si sarebbero vendicati e li avrebbero portati con loro.

 

Marietta al solo pensiero impallidì. Qualche anno prima la madre Filomena le aveva raccontato la storia di una fornaia della Val Pescara. La donna alzatasi di buon mattino per recarsi al forno aveva notato la Chiesa con le luci accese e aveva deciso di entrare. Non ricordava che era il 2 novembre, il giorno dei morti. In uno dei banchi riconobbe una comare che si girò e le fece segno di andare via. “Siamo tutti morti – le sussurrò - e questa è la messa che si dice per noi”. La povera sventurata corse via e perse la voce per lo spavento.

 

Marietta ha paura, cerca di pregare, ma non trova le parole. Si infila sotto le coperte e prova a dormire. Pensa e ripensa a quelle litanie in latino udite poco tempo prima e agli 'ora pro nobis' di risposta. Chiude gli occhi e non sa più distinguere il sogno dalla realtà. Vede le strade del paese popolate di gente che visita le proprie case, visi di vivi e di morti che si abbracciano. Nelle case si banchetta, si gioca a carte, si festeggia il ritorno. Così nella notte tra il 1° e il 2 novembre il filo che divide la vita dalla morte si assottiglia, quasi sparisce. I morti tornano nei vicoli dove sono vissuti per allontanare le malvagità dai loro cari.

 

Alle prime luci dell'alba la chiesa si riempie, Marietta è tra i fedeli. I volti sono tutti familiari, accanto a lei c'è la madre sorridente. Arriva la solenne benedizione poi tutto scompare. Arrivederci al prossimo anno. Intanto il gallo canta. Marietta è un corpo freddo.

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