"Leggiamo da due giorni commenti entusiasti e grandi rallegramenti per il riavvio dei cantieri dell'Alta Velocità a Firenze dopo il parere del Ministero dell'Ambiente che ha sbloccato il PUT (piano di utilizzo delle terre di scavo) del nodo fiorentino, ma per noi è una notizia che ci lascia alquanto perplessi.
- hanno dichiarato ieri Serena Pillozzi e Gregorio Malavolti, rispettivamente coordinatrice provinciale e coordinatore comunale di Sinistra Italiana di Firenze insieme ai Consiglieri del gruppo Firenze riparte a sinistra, Tommaso Grassi, Donella Verdi e Giacomo Trombi insieme ai responsabili dei circoli di Sinistra Italiana Firenze - Non c'è dubbio che questo via libera, di cui vorremo leggere l'atto ministeriale per capire quali e di che portata siano le prescrizioni, non ci trova concordi e ci impone di porre alcune domande al Comune, alla Regione e alle Ferrovie, a partire dal capire quale sia il progetto che verrà realizzato. C'è stato un gran discutere su un progetto ridimensionato nella funzione della Foster, che ospiterebbe solo 3000 passeggeri al giorno, meno dieci volte della previsione iniziale, che vede cancellati gran parte degli spazi commerciali, senza che alle aree sia data una nuova e diversa funzione, e realizza all'esterno un'area di sosta per poco più di cento autobus del trasporto pubblico extraurbano, ma non più dei bus turistici come inizialmente previsto, ma ancora non vi sono certezze su cosa e come verrà realizzato."
E aggiungono: "Anche se venisse sciolto questo nodo delle terre, su cui ricordiamo la politica è riuscita a trasformare, con atti e decreti che hanno forzato la normativa, dei rifiuti in terre di scavo pulite e riutilizzabili per progetti di riqualificazione ambientale, la nostra posizione critica su di un'opera inutile, dannosa, pericolosa ed estremamente costosa non cambierebbe. Quindi dato il via libera alle terre, si assisterà in ogni caso alla follia di scavare sotto Firenze un tunnel lungo 7,5 chilometri, per una stazione inutile e il cui flusso è paragonabile a quella di periferia con soltanto 3000 passeggeri al giorno, e un tunnel sotterraneo che farebbe 'risparmiare', nelle previsioni di 20 anni fa, meno di 10 minuti che, adesso, potrebbero essere recuperati in superficie con la tecnologia. Anche la promessa di liberare i binari in superficie per ottenere treni regionali più puntuali e la garanzia di porre fine alla pratica indegna dell'inchino, che i pendolari sono costretti a subire ogni giorno, sono delle prese in giro in quanto a passare in sotterranea sarebbero molto meno di un terzo dei treni AV quando gli altri in direzione Santa Maria Novella 'ingolferebbero', alla faccia delle promesse dei fautori dell'Alta Velocità, comunque le linee in superficie. Il tunnel renderebbe solo più facile superare il nodo di Firenze per quei treni che decidessero di non fermarsi più: sarebbe un bel gran risultato per chi parla della centralità di Firenze".
"La stazione Foster, attorno alla quale, sicuramente per qualcuno, è più importante far girare gli appalti e i soldi delle commesse che la funzionalità della stazione stessa, rischia di diventare come la stazione Tiburtina a Roma, la Garibaldi a Milano o la Porta Susa a Torino: tutte stazioni costruite con soldi pubblici, grandi appalti e poi abbandonate nel nulla da RFI per la concorrenza di NTV che ha puntato sulle stazioni principali e più centrali. Queste stazioni sono persino adesso ritenute inutili da Ferrovie ma a Firenze viene portata avanti un'opera palesemente inutile solo a causa dell'ostinazione del Presidente della Regione, Enrico Rossi, e del Governo nazionale delle larghe intese sugli affari, e con la complicità del Sindaco Nardella che, a dire il vero, qualche critica l'aveva mossa contro l'opera ma con l'unico intento di 'alzare il prezzo' dei fondi che arriveranno al Comune per la monetizzazione degli interventi sulle stazioni minori inizialmente previsti e cancellati nel 2011 dal sindaco Renzi. La battaglia contro l'opera del nodo fiorentino, per noi, continua e non abbandoneremo la lotta al fianco del comitato e della cittadinanza che la pensa come noi" concludono gli esponenti di SI.
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