Ieri si è consumato un pomeriggio di ordinaria follia e la sconfitta sul campo è stata l’episodio meno allucinante di una domenica bestiale.
La Fiorentina ha rimediato l’ennesima figuraccia in trasferta, contro un avversario modesto, reduce da tre sconfitte consecutive.
Sotto il diluvio che si è abbattuto sul Bentegodi, la squadra viola è naufragata nella pochezza tecnico-temperamentale della maggior parte dei suoi componenti e nel suo - ormai - cronico non gioco.
I giocatori hanno le proprie responsabilità - e su questo non c’è ombra di dubbio - come è chiaro che alcuni acquisti hanno clamorosamente disatteso le aspettative ma, da che mondo è mondo, non si possono esonerare 11 elementi e si ricorre alla soluzione più ovvia: la sostituzione dell’allenatore.
Al triplice fischio finale di una partita da dimenticare, l’unico sussulto emotivo in grado di rianimare tifosi sfiancati e imbestialiti dall’ennesima inqualificabile prestazione è stato il miraggio di un imminente comunicato stampa della Società che dava il benservito a Mihajlovich.
Così è la vita, questa è la logica del calcio…..ma a Firenze la logica, da tempo, ha perduto il diritto di cittadinanza.
Il sogno, infatti, è durato una manciata di minuti e il post partita di Chievo-Fiorentina si è trasformato in un pomeriggio a dir poco kafkiano.
Inizialmente i rumors da Verona davano una fiducia di 2/3 ore al tecnico che, nella sua assurdità, faceva pensare che la Proprietà avesse i telefonini spenti e si attendesse lumi sul come uscire dal pantano.
Forse si erano risparmiati lo strazio e non avevano nemmeno visto la partita…….del resto un hobby non si può coltivare a tempo pieno!
Se fosse accaduto a qualche altra squadra ci saremmo sbellicati dalle risate, ma toccandoci in prima persona, abbiamo lasciato che fosse il resto dell’Italia a ridere delle nostre disgrazie e della delirante gestione della crisi.
Con l’ultimo brandello di fiducia rimasto a disposizione, abbiamo atteso gli sviluppi di cui si è fatto ambasciatore Gianfranco Teotino.
Il grande comunicatore è stato sottratto al rassicurante mondo di Facebook ed è stato mandato in sala stampa per raccontare una storia che aveva dell’incredibile.
Chi ci mette la faccia è il bersaglio più facile da colpire, perché visibile e tangibile, ma un “portavoce” non fa altro che divulgare al pubblico ciò che la Società ritiene di dover comunicare e quindi è inutile rifarsela con l’ugola, occorre andare diritti alla mente.
Le ore di stand by si son magicamente trasformate in giorni e, con questa incomprensibile decisione, tutti a letto senza cena!.
Stamani ci siamo svegliati con la sgradevolissima sensazione di trovarci in un folle limbo, prigionieri di scelte incomprensibili e indifendibili.
La Società si è dimostrata incapace di affrontare una situazione che, malata da tempo, è completamente degenerata. Presidenti onorari, patron, “primi tifosi”, presidenti esecutivi, vicepresidenti, amministratori delegati, direttori sportivi: nessuno è stato in grado di dire una parola, di prendersi le proprie responsabilità, di assumersi gli oneri del proprio ruolo, di prendere decisioni e risolvere il problema.
Ieri la Fiorentina sembrava una creatura uscita dalle pagine di un romanzo di Pirandello.
“Sei personaggi in cerca di autore”: tristi maschere che aspettano qualcuno che scriva loro un copione e un ruolo da recitare.
Sinisa ha ribadito che non è uomo da dimissioni. E’ da tempo che ne abbiamo preso atto e nessuno si aspettava il passo indietro e la resa senza condizioni del tecnico. Noi ci aspettavamo che la Società avesse il coraggio di dichiarare che il progetto tecnico era naufragato, che era giunto il momento di abbassare la testa e ammettere di avere sbagliato a intestardirsi su una scelta che la tifoseria non aveva mai gradito.
Prendere tempo non serve a niente, perché dà il senso di quanto sia fragile questa struttura, questa gestione e questa dirigenza.
La situazione è insostenibile e se vogliono un po’ di bene alla Fiorentina – ci basterebbe che ne volessero un centesimo di quanto gliene vogliamo noi – la salvino.
Salvino la squadra dalla rabbia, dal disamore, dalle contestazioni e dai fischi.
Ci diano la possibilità di dare il nostro contributo.
Non si ostinino a darci torto per il puro gusto di non voler far vedere che, alla fine dei giochi, ha vinto la piazza.
Qui non ci sono vincitori e vinti: c’è solo un rapporto da ricostruire, una maglia da rispettare e un cammino da riprendere.
Per noi alla fine vince solo il cuore e se chi ha in mano la Fiorentina non è disposto a mettercelo, che almeno ci metta la logica.
Fonte: Silvia Nanni - dodicesimouomo.net
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