Proteggere le tartarughe marine, è questa la parola d’ordine per i pescatori toscani. Per evitare che accidentalmente gli esemplari di Caretta caretta vengano catturati durante la pesca professionale del pesce spada si sta sperimentando l’utilizzo di particolari ami circolari che ne riducono la probabilità di cattura e il ferimento dell’animale.
E’ il progetto Tartalife, attuato dalle cooperative toscane aderenti a Confcooperative-Federcoopesca che, attraverso il Centro Italiano Ricerche sulla Pesca e Acquacoltura (C.I.R.S.PE) e il Consorzio di ricerca unitario cooperativo UNIMAR, partecipano all'iniziativa nazionale promossa da ISMAR-CNR.
Due le cooperative coinvolte: la Cooperativa Acli Pesca di Marina di Campo all’Isola d’Elba e la Cooperativa Fao 37.1 di Livorno, realtà imprenditoriali che già da anni partecipano a progetti di monitoraggio e rilevazione sulla pesca dei grandi pelagici.
“Il progetto sta avendo molto successo grazie alla sensibilità dei pescatori - ha detto il dott. Andrea Bartoli, responsabile territoriale della Federcoopesca - che stanno attivamente partecipando alla sperimentazione di un palangaro munito di questi particolari ami. In Toscana, ormai da alcuni anni, vige anche un protocollo di intervento che, in caso di cattura accidentale di un esemplare, attiva un sistema di recupero immediato dell'animale attraverso gli uffici locali delle capitanerie di porto."
L’obiettivo ora è evitare che questo accada, considerando anche l’eccezionale evento di nidificazione di queste estate nella spiaggia di Marina di Campo all’Isola d’Elba.
"Siamo in contatto costante con i pescatori per raccogliere da loro indicazioni tecniche e suggerimenti al fine di rendere sempre più sostenibile l'attività di pesca professionale - continua Bartoli - Le prime indicazioni sembrano dimostrare che l'utilizzo di tali ami permetta di raggiungere l'obiettivo prefissato, senza compromettere in maniera insostenibile la pesca di pesce spada. Il progetto, oltre a sensibilizzare la categoria sulla protezione della specie, sta quindi fornendo utili indicazioni per coniugare il mantenimento delle attività economiche e dei livelli occupazionali con la protezione degli ecosistemi marini.”
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