"A distanza di qualche giorno dalle polemiche politiche che hanno investito il voto referendario di domenica 17 aprile è utile fare delle riflessioni.
In materia di referendum dovremmo prendere ad esempio la Svizzera, avvezza al sistema referendario e alla democrazia diretta.
Due le strade percorribili:o l’abolizione del quorum oppure il 50% deve essere computato sui partecipanti alla precedente consultazione popolare politica o amministrativa. Occorre prendere atto del numero effettivo di cittadini che vanno a votare rispetto al numero degli aventi diritto". Lo afferma Mario Razzanelli, consigliere comunale a Firenze di Forza Italia.
"E’ indubbio - prosegue - che negli ultimi anni la partecipazione al voto si è molto ridotta, tanti hanno rinunciato a esprimere la loro opinione perché convinti che non serva a nulla.
L’ unico modo per riavvicinare i cittadini alle scelte del Paese è dare loro un peso specifico, come in una democrazia diretta appunto. Chi vota e sceglie decide.
E’ del tutto illogico poi che 3 milioni di voti delle Primarie del Pd siano stati sufficienti per decretare un presidente del Consiglio e 15 milioni di voti di un referendum nazionale non valgano nulla.
A maggior ragione trovo molto criticabile l’ultima intervista del vicesegretario del Pd a La Stampa che parla di sconfitta di Grillo, Salvini e Brunetta liquidando così tutti i cittadini italiani, di tutte le estrazioni politiche, che sono andati a votare.
E ancor più paradossale - conclude - è sentire un Presidente del Consiglio che rivendica la vittoria dei non votanti ribaltando ogni senso logico applicato alla politica".
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