Sembra proprio che gli ATO abbiano ormai le ore contate, stando alla finanziaria regionale avrebbero dovuto essere sciolti il 1 gennaio 2011, poi il limite è stato prorogato al 31 dicembre 2011, ora invece pare che la data sia stata anticipata al 31 marzo. Lo abbiamo appreso oggi dalle parole di Monica Sgherri (Federazione Sinistra-Verdi) che nella sede Regionale di Palazzo Panciatichi ha organizzato un incontro per parlare stavolta del sistema di controllo del gestore del servizio idrico. Insieme alla Presidente, Luciano Baggiani Presidente Associazione Nazionale Autorità e Enti di Ambito, Luciano D’Antonio Forum Toscano dei movimenti per l’acqua e Stefano Mencucci Comitato acqua bene comune Arezzo. "Ci ritroviamo come Regione a prendere una decisione importante come quella di un commissariamento che però non è esente da critiche - dice la Sgherri rivolgendosi ai suoi relatori - L'impressione comune è che la Regione agisca di propria iniziativa scippando l'acqua ai comuni. Se da un lato ritengo fondati tali timori da parte di una cittadinanza che richiede, a buon diritto, una maggiore partecipazione alla gestione di un bene pubblico, dall'altra troppo spesso si dimentica tutto quello che negli ATO non ha funzionato". Ma facciamo un passo indietro. Gli ATO sono le autorità istituite a livello nazionale che hanno il compito di programmare e controllare gli enti gestori di servizi fondamentali ai cittadini, i beni comuni, come l’acqua. Il loro scioglimento di fatto aprirebbe la strada alla privatizzazione e ad una regionalizzazione dei sistemi di controllo: "Potremo trovarci ad avere 19 modelli diversi di regolamentazione" dice chiaramente Baggiani. Da qui nascono in via provvisoria e comunque, a questo punto non oltre il 31/03/2011, i commissariamenti. Ossia laddove venga confermato lo scioglimento saranno istituiti dei commissari che dovranno rendicontare periodicamente a giunta e consiglio. Ma la situazione si complica ulteriormente perchè il 12 gennaio scorso la Corte Costituzionale si è espressa sui quesiti referendari depositati dal Forum italiano dei movimenti per l'acqua dando parere favorevole per due dei questi. Un referendum che presumibilmente si terrà in primavera e che ha per oggetto l'abrogazione della legge Ronchi che affida a soggetti privati la gestione del servizio idrico. "Ci troviamo di fronte ad una situazione paradossale - prosegue Baggiani - in cui l'unico presidio che dovrebbe controllare viene eliminato". Dunque chi sarà il nuovo soggetto gestore, e chi quello regolatore? "In più - prosegue Baggiani - con l'approvazione del referendum e dunque con la forte eventulità che tutto il regolamento venga cambiato, oggi non ha senso parlare di gare d'appalto". Già perchè se vincesse il Si la gestione tornerebbe totalmente pubblica. "In questi anni abbiamo assistito alla debolezza della regolamentazione derivante dal conflitto d'interesse dei sindaci che sempre hanno finito per prediligere la musica del gestore e mai quella degli utenti". I sindaci infatti sono al 100% nell’ATO ma al 60% e/o 55% nel soggetto gestore. Dunque si genera il corto circuito per cui il controllore è anche il controllato. "E questo - specifica ancora Baggiani - è accaduto anche in Toscana, ad esempio ad Arezzo. E' necessario perciò trovare dei correttivi alla regolamentazione e questo indipendentemente dal modello di gestore, poco importa se sia totalmente pubblico o semi privato, la regolazione locale deve essere forte e indipendente vale a dire un soggetto pubblico terzo che misuri, tuteli l'utente dagli abusi". Una testimonianza diretta e particolarmnte partecipata è stata quella di Stefano Mencucci che ha raccontato la sua esperienza aretina "L'ATO chiamata a gestire la programmazione e il controllo del gestore è già un soggetto pubblico, quindi viene da chiedersi a che serve un soggetto terzo, chi dovrebbe garantire il cittadino ci sarebbe già". Ma le cose sono andate diversamente racconta Mencucci "Ad Arezzo il sistema è stato un fallimento totale. Il soggetto controllore è succube del soggetto gestore, perchè quest'ultimo è più forte, più esperto dotato di migliori figure legali. Quello che si è generato è un meccanismo infernale". Mencucci riassume la sua esperienza nel comitato acqua bene dimostrando come ogni volta l'ATO si sia sempre schierata a favore del soggetto gestore (in questo caso Noveacque) e mai dalla parte del comitato. "Ecco perchè conculde, io sono favorevole che si ritorni a una gestione totalmente pubblica del servizio con delle finalità ben diverse dalle Spa".
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