“Lo spettacolo del bello al servizio del sacro”.
Con queste parole, in occasione della presentazione alla stampa, il direttore Timothy Verdon ha descritto il tesoro delle opere custodite all'interno del nuovo Museo dell'Opera del Duomo di Firenze, che sarà aperto al pubblico dal prossimo 29 ottobre.
Lo spettacolo che si gode entrando nella sala dove è replicata l'antica facciata del Duomo progettata da Arnolfo di Cambio, infatti, è da togliere il fiato. La maestosità delle 40 statue dall'alto dominano il visitatore, imponendo di muoversi in punta di piedi. E se l'emozione provata consiglia di allontanarsi, tanta è insostenibile la grandezza dei capolavori, girandosi si resta accecati dal bagliore della Porta del Paradiso del Ghiberti. Il “calvario”, per chi soffre della sindrome di Stendhal (detta anche "sindrome di Firenze"), prosegue lungo le sale del Museo. Il sereno sguardo e i lineamenti gentili della Maddalena della Pietà di Michelangelo - perfettamente illuminata e valorizzata con la nuova collocazione – per un attimo rassicurano, ma ai piani superiori Donatello, Luca Della Robbia e gli studi di Brunelleschi per la Cupola scatenano di nuovo la tachicardia. Si fugge in cima alla terrazza, una boccata d'aria dà sollievo e per un attimo illude. Davanti allo sguardo si erge la Cupola del Duomo. È talmente vicina che si ha la sensazione di poterla toccare, ma la laica sacralità del simbolo di Firenze impone di non allungare la mano.
Nel video gentilmente concesso dall'Opera del Duomo: le immagini del nuovo Museo
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