La premiata coppia Oliviero Fani e Lorenzo Zheng anima ancora una volta la vita politico imprenditoriale fiorentina. Infatti, i titolari della Pegaso Srl, che gestisce l'ippodromo delle Mulina alle Cascine di Firenze, devono fare i conti con un illustrissimo ex socio in affari che su di loro concede giudizi poco lusinghieri. E' Stefano Bovoli, ex socio con i due dell'ippodromo in una società per esportare vino in Cina, la TA Italy Srl con sede a Ponte Vecchio, ma soprattutto zio del Presidente del Consiglio Matteo Renzi.
E' stato coinvolto nella querelle delle Mulina anche quando il consigliere comunale di Fdi, Francesco Torselli, ha chiesto formalmente spiegazioni a Palazzo Vecchio sui rapporti tra i due imprenditori ed eventuali collegamenti con la famiglia dell'ex sindaco di Firenze e attuale primo ministro.
L'attività fallimentare della Pegaso Srl all'ex ippodromo è ben nota a Firenze, tanto che l'amministrazone comunale è stata costretta a correre ai ripari minacciando una revoca della concessione venticinquennale dell'immenso spazio.
Oltre ai problemi di Fani per la gestione dell'ex casina dell'Indiano a poche centinaia di metri dalle Mulina, il gruppo Pegaso è al centro di numerose polemiche anche per l'organizzazione dell'unico evento che si è svolto fino ad oggi con la gestione italo-cinese. Infatti la mostra Flora Firenze, rassegna flop sui fiori ormai risalente ad oltre un anno fa, ha lasciato conti da saldare a sei zeri e ha visto il fallimento (in tribunale) della società.
A parlare, in esclusiva a ilsitodifirenze.it, è proprio Bovoli che a distanza di mesi, con molta cordialità, risponde alle nostre domande. Gli avevamo chiesto se dovesse esserci qualcosa a cui rispondere dopo aver visto che due persone, e varie società tra cui una a Hong kong, vincevano un appalto pubblico con una concessione di venticinque anni di un'area vasta come quella dell'ex ippodromo e allo stesso momento erano anche in società con un parente stretto del premier.
Bovoli spiega che non ha “nulla da nascondere” e che è “uscito immediatamente dalla società alla quale lei faceva riferimento” e che “è vero” che è parente del premier. Sulla TA Italy, la società con Fani e Zheng, Bovoli spiega che “era nata come una opportunità che mi era stata proposta per promuovere un centro commerciale italiano in Cina e come tale avevo accettato di farne parte”.
“Si è trattato – prosegue – e può credermi o no, di una coincidenza. Ma non appena ho capito che le persone con le quali mi ero associato potevano, se pur in buonissima fede, creare dei problemi all'immagine del nipote famoso ho preferito uscire immediatamente e dedicarmi ad altre cose”. Le “persone” erano appunto Fani e Zheng, il “nipote famoso” è Matteo Renzi.
L'attività di consulenza e marketing di Bovoli, come ci tiene a precisare lui stesso, è svolta “da oltre 30 anni quindi per mia e sua fortuna, Matteo (Renzi, ndr) non era altro che un ragazzo quando io mi occupavo di promuovere l'immagine dell'Italia e dell'italianità all'estero”. Quasi come dire, anche lui ha imparato da qualcuno. Fani e Zheng sembrerebbero di no.
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