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Nardella: “Soluzioni certe entro l'anno”

Nuovo stadio Fiorentina: il Comune gioca la carta trasferimento Mercafir a Castello?

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Immagine articolo - ilsitodiFirenze.it

Il Comune di Firenze non si farà trovare impreparato sulla questione nuovo stadio della Fiorentina.

La Società viola, dopo aver chiesto una proroga, rispetterà il termine del 31 dicembre 2016 per consegnare a Palazzo Vecchio il progetto definitivo e, come anticipato da La Nazione, sta preparando per il 10 dicembre una presentazione alla cittadinanza in pompa magna, per mostrare come dovrebbe essere la nuova casa della Fiorentina che, oltre allo stadio, vedrà sorgere un centro commerciale, un albergo e strutture direzionali per una SUL complessiva di 87.000 mq.

Per far sì che si arrivi alla costruzione dello stadio con annessi e connessi, resta da sciogliere la questione trasferimento Mercafir, poiché lo studio di fattibilità consegnato al Comune il 14 luglio 2014 va ad insistere su tutti i 48 ettari che, da variante urbanistica del maggio 2012, prevedevano sulla stessa sia il nuovo stadio, sia, nel comparto Nord, la riqualificazione del Centro Alimentare Polivalente (CAP).

Come abbiamo sottolineato su queste pagine, l'ipotesi trasferimento del CAP in zona Osmannoro (lungo via Curzio Malaparte) presenta molte criticità ed in più è assai sgradita dai grossisti dei mercati generali fiorentini. La soluzione dunque non appare percorribile e il Comune, qualora ACF avesse presentato il progetto definitivo, rischiava di restare col cerino in mano (se non si sposta il mercato lo stadio non si fa).

Da settimane, però, il Sindaco di Firenze, ha più volte ostentato ottimismo sulle due questioni, ed anche ieri, parlando al Consiglio generale della CISL di Firenze e Prato ha dichiarato: “Entro la fine dell'anno arriveranno risposte certe e soluzioni. Entro fine anno porteremo un punto chiaro finale e definitivo sul progetto della Fiorentina (questo lo deve fare la Fiorentina stessa, ndr) e sul progetto per il ricollocamento del Mercato ortofrutticolo (questo è compito dell'Amministrazione, ndr)”.

 

Qual è la soluzione per il CAP? La procedura di variante per l'Osmannoro per la fine del 2016 non potrebbe essere ultimata (mancano oggettivamente i tempi tecnici). È evidente, viste le dichiarazioni del Primo cittadino, che Palazzo Vecchio ha un'altra carta da giocare. Quale? Castello e i terreni di proprietà Unipol potrebbe davvero essere l'asso piglia tutto. Sì, perché la soluzione, come è stato detto più volte dagli stessi operatori, sarebbe ben accolta da Mercafir (che sulla questione trasferimento, per ovvi motivi, ha il coltello dalla parte del manico). Sostanzialmente si tratterebbe di una migrazione di poche centinaia di metri che garantirebbe il non distacco di chilometri dalle aziende che sono già state oggetto di riqualificazione come la Fruttital (e la non frammentazione del potenziale economico complessivo), il permanere in una zona della Città economicamente più redditizia (rispetto al periferico Osmannoro), e i costi di trasporto per chi si rifornisce da Firenze non lieviterebbero.

 

Da alcuni mesi, secondo quanto raccolto da Il Sito di Firenze, sono in corso contatti tra Comune ed Unipol per trovare un accordo sui terreni di Castello per l'acquisto (grazie alla monetizzazione del comparto Nord della attuale sede della Mercafir da parte di ACF Fiorentina – come indicato tra le prescrizioni della delibera di Giunta del 7 gennaio 2015) di circa 15 ettari di quei 168 complessivi sui quali grava la questione della nuova pista dell'aeroporto fiorentino, ma ubicati in una area al di fuori delle zone di sicurezza dell'eventuale pista parallela. È da escludersi, ad oggi, l'esproprio oneroso, poiché col PUE (Piano Urbanistico Esecutivo) dell'area ancora in essere, l'acquisizione “forzosa” comporterebbe altissimi costi (oltre che una inevitabile guerra a colpi di carte bollate e tempi indefinibili).

 

Dall'inizio del suo mandato il Sindaco di Firenze Nardella sulle grandi questioni che riguardano Firenze (e sono di interesse diretto del Comune), ha rispettato in maniera certosina le scadenze che aveva annunciato. La riapertura di Lungarno Torrigiani è l'ultimo esempio. Per questi motivi le dichiarazioni di ieri (“Entro la fine dell'anno arriveranno risposte certe e soluzioni”) non vanno lette come un azzardo politico, ma come il segno che qualcosa di concreto e percorribile sia nelle mani di Palazzo Vecchio.

 

Se entro fine anno ci sarà il progetto per la cittadella viola e una soluzione consona per il trasferimento della Mercafir, avremo a disposizione tutte le tessere per completare il difficile puzzle, ma attenzione agli annunci di ipotetici “calci d'inizio nel nuovo impianto a Novoli”. Ogni pezzo per andare al suo posto necessita di altri che lo sostengano. I terreni per ricollocare il CAP (qualunque essi siano) saranno acquisiti grazie alla monetizzazione di ACF, che per ovvi motivi effettuerà una volta che ci sarà il sì definitivo al progetto (per i più distratti e adusi alla faciloneria ricordiamo che ciò che presenterà la Società dei Della Valle deve essere oggetto di valutazione – come indica l'articolo 1 della Legge 147/2013, comma 304, lettera b); dall'altra parte saranno richieste precise garanzie alla Fiorentina (che saranno messe nero su bianco). Cosa accadrebbe se si trasferisse Mercafir e poi, malgrado gli atti di assenso, non si costruisse lo stadio?

 

 

Donato Mongatti – © Riproduzione riservata

 

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