Le parti civili hanno chiesto ai giudici della corte d'appello di Firenze di stabilire risarcimenti secondo l'istituto del danno punitivo basato sul modello statunitense, in particolare a carico della compagnia Costa Crociere spa, responsabile civile.
La richiesta è stata fatta ieri mattina nell'ambito del processo sul naufragio della nave Costa Concordia all'isola del Giglio. Nel suo intervento l'avvocato Massimiliano Gabrielli del pool 'Giustizia per la Concordia', difensore di molti naufraghi, ha illustrato ai giudici di appello di Firenze "la fondatezza della richiesta" da parte degli stessi naufraghi, che hanno fatto appello contro la sentenza di primo grado, "di un maxi-risarcimento, in un meccanismo ad effetto deterrente per imporre alle compagnie di navigazione come Costa Crociere di investire sulla sicurezza, sulla preparazione degli equipaggi e sulla salvaguardia dei passeggeri prima che sulle logiche di risparmio e del guadagno".
Rispetto alla richiesta di assoluzione in appello proposta dai difensori di Schettino e alla richiesta - opposta – della procura generale di Firenze di una condanna a 27 anni di carcere per l'ex comandante, l'avvocato Gabrielli ha detto invece di avere "aspettative molto fiduciose per la conferma della condanna a 16 anni, già affermata in primo grado a carico dell'imputato, con la possibile novità", però, nel processo di appello "solo in merito a risarcimenti molto più alti in favore dei passeggeri" e quindi "con la possibile apertura dei giudici fiorentini al danno punitivo anche nel nostro Paese".
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