Si è svolta a Firenze, il 24 e 25 marzo, la prima edizione della conferenza internazionale Museum: Digital Transformation dedicata alla comunicazione digitale dei Musei, organizzata dall’Opera di Santa Maria del Fiore.
Vi hanno preso parte 22 relatori, tra cui professionisti del settore digital, direttori, responsabili web marketing e comunicazione, di Musei internazionali come il Metropolitan Museum of New York, il British Museum, la National Gallery di Londra, il Rijksmuseum di Amsterdam e la Pinacoteca di Brera a Milano. In una location d’eccezione, Piazza del Duomo a Firenze, hanno preso parte alla conferenza oltre 150 i partecipanti provenienti da tutta Italia.
L’obiettivo di Museum: Digital Transformation era quello di esplorare le possibilità e le sfide del digitale in ambito artistico e culturale. Una giornata di confronto sulle novità in ambito digitale e sui nuovi mezzi di comunicazione a disposizione dei Musei.
Nella mattinata l’hashtag della conferenza, #MDT17, è stato costantemente tra i primi dieci in Italia, in quinta e settima posizione.
Linda Volkers, marketing manager del Rijksmuseum di Amsterdam, ha parlato del progetto "RijksStudio Award": un’applicazione digitale, lanciata nel 2012, per il sito del museo, con oltre 370 mila immagini, in alta risoluzione, di tutte le opere della collezione. Una strategia che ha inteso porre il visitatore al centro dell’offerta del Rijksmuseum, stimolare curiosità e incoraggiare la fruizione virtuale delle opere così come di attrarre nuovo pubblico e migliorare la reputazione del museo.
Kate Carter e Hannah Boulton, senior marketing manager e capo ufficio stampa del British Museum di Londra, hanno presentato un intervento dal titolo "For all studious and curious persons", che ha analizzato le strategie social recentemente elaborate dal grande museo inglese per avvicinare e arricchire l'esperienza museale dei propri utenti, sottolineando anche i rischi e i possibili fallimenti durante questo processo di sviluppo. Un excursus iniziato dalle linee-guida fondative del British Museum - “un museo del mondo pensato per il mondo” - con una vasta collezione pubblica accessibile a tutti, per poi concentrarsi sui cambiamenti e i progetti sviluppati negli ultimi anni, quelli della “rivoluzione digitale” dei social network.
Mona Walsh, capo della comunicazione The National Gallery di Londra, ha presentato il progetto Personal Art Journey, che ha preso il via nel 2014, un’applicazione gratuita per gli smartphone che permette di fare una visita guidata interattiva con approfondimenti e realtà virtuali, al fine di ispirare i visitatori e guidarli in un viaggio personale all'interno dell'arte del museo londinese.
Pietro Polsinelli, fondatore di Open Lab, durante il suo intervento, ha affrontato la genesi e la successiva realizzazione di Autography, l’applicazione utilizzata sul Campanile di Giotto e sulla Cupola del Duomo come deterrente agli atti vandalici: un esempio di applicazione persuasiva e gamification. Ovvero, come passare da un atto di vandalismo nel mondo reale - i graffiti - ad un ricordo digitale, stimolando il visitatore a lasciare una traccia della sua visita, arricchendone l’esperienza e, al tempo stesso, preservando i monumenti.
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