Via Santa Reparata, Firenze. San Marco da un lato, le cappelle medicee dall'altro. In mezzo c’è il chiostro della Badessa di Sant'Apollonia, sede una moderna mensa universitaria, che da mesi si è trasformato in un ‘porto franco’. Qua si spaccia e si consuma droga nel loggiato, a cielo aperto. Sono da poco trascorse le sei e mezzo del pomeriggio quando entriamo con le telecamere nascoste. Dopo aver salito le scale capiamo subito l’aria che tira. Davanti a noi ci sono decine e decine di persone, la maggior parte sono extracomunitari. Qua si vende di tutto hashish, marijuana, anfetamine e cocaina ed eroina. Ce n'è per tutti i gusti. Nessuno sembra far caso a noi, nonostante un'età non certo consona a quella di uno studente universitario. Facciamo il giro, cercando di osservare ogni singolo dettaglio. Quando il nostro occhio cade su un'immagine che non avremmo mai voluto vedere. Una giovane mamma che ha portato il proprio neonato in quel posto. E che se ne sta, tranquilla, seduta per terra. Tra sporcizia e degrado, tra pusher e droga. Una scena che pone numerose domande. Perché nessuno interviene? Perché Sindaco, Rettore e Ministro degli Interni non prendono il toro per le corna e restituiscono questo monumento del 1442 alla sua bellezza ma soprattutto ad una condizione di legalità? Una volta terminato il giro del colonnato entriamo nella mensa, bella,pulita, ordinata. Stona con lo scenario circostante. E' giusto che uno studente debba passare in mezzo a quel delirio per poter mangiare in pace? Residenti e commercianti sono stufi di sentirsi abbandonati. E chiedono che anche questa parte del centro storico fiorentino torni a seguire le leggi del nostro stato. Interessa a qualcuno il loro destino?
Christian Campigli e Matteo Calì
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