I consiglieri togati del Csm, Piercamillo Davigo e Sebastiano Ardita di Autonomia e Indipedenza, hanno chiesto al Comitato di Presidenza del Csm l'apertura di una pratica a tutela dei magistrati di Firenze dopo i post su Facebook di Matteo Renzi a proposito degli arresti domiciliari dei suo genitori.
"Riteniamo doveroso segnalare le dichiarazioni pubblicate dal senatore Renzi sul proprio profilo Facebook, che a proposito di una inchiesta che ha riguardato i propri familiari, ha scritto: 'Chi ha letto le carte e ha un minimo di conoscenza giuridica sa che privare persone della libertà personale per una cosa come questa è abnorme'. E poi aggiunge: 'Non mollo di un solo centimetro... Se qualcuno pensa di fermarmi, non mi conosce. Non ci conosce'. Anche se in tanti cercano parole di consolazione, io conosco la verità che nessuno vuole dire: se non avessi fatto politica, oggi i miei genitori non subirebbero questo". "Inutile dire che la vicenda dei miei genitori ha totalmente oscurato tutto ciò che è accaduto ieri nel mondo della politica. Basta leggere i quotidiani di oggi per rendersene conto. Un capolavoro mediatico, tanto di cappello", si legge nella richiesta. Per Davigo e Ardita "tali espressioni al di là del legittimo diritto di critica contengono evidenti allusioni circa la strumentalità dell'operato dei magistrati rispetto a finalità di tipo politico che appaiono particolarmente gravi perché provenienti da esponente di primo piano che ha rivestito rilevanti funzioni al vertice dello stato. Si chiede pertanto l'apertura di una pratica a tutela dei magistrati di Firenze destinatari delle allusioni predette".
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