firenze
skyline
facebook twitter youtube Feed RSS
X
  • Notice: Undefined variable: node in theme_fb_social_comments_block_comments_view() (line 116 of /var/www/pressflow/sites/all/modules/fb_social/modules/fb_social_comments/fb_social_comments.module).
  • Notice: Trying to get property of non-object in theme_fb_social_comments_block_comments_view() (line 116 of /var/www/pressflow/sites/all/modules/fb_social/modules/fb_social_comments/fb_social_comments.module).
Stamani manifestazione in piazza Duomo

Coldiretti: "Cinghiali raddoppiati in 10 anni: noi seminiamo, loro distruggono"

  • Notice: Undefined variable: node in theme_fb_social_comments_block_comments_view() (line 116 of /var/www/pressflow/sites/all/modules/fb_social/modules/fb_social_comments/fb_social_comments.module).
  • Notice: Trying to get property of non-object in theme_fb_social_comments_block_comments_view() (line 116 of /var/www/pressflow/sites/all/modules/fb_social/modules/fb_social_comments/fb_social_comments.module).
Immagine articolo - Il sito d'Italia

Nel giro di dieci anni i cinghiali sono raddoppiati, superando il numero record di un milione e mettendo a rischio non solo le produzioni made in Italy e l’assetto idrogeologico del territorio, ma anche la vita degli automobilisti, con ben 18 morti e 145 feriti causati nel 2015 da incidenti stradali provocati dagli animali.

A denunciarlo è la Coldiretti in occasione della mobilitazione di migliaia di agricoltori con i trattori a Firenze, in Toscana, la regione più colpita dal fenomeno e, proprio per questo, scelta come sede della manifestazione nazionale. Non a caso in Piazza Duomo è stata portata anche una coppia cinghiali come simbolo dell’esasperazione del mondo agricolo che ha voluto coinvolgere cittadini e turisti nella protesta.

Dal 2005 – sottolinea la Coldiretti - il numero dei cinghiali presenti in Italia è praticamente raddoppiato, passando da 600.000 esemplari a oltre un milione nel 2015. Un vero e proprio esercito che assedia oggi le campagne italiane con attacchi quotidiani alle colture, radendo al suolo campi di grano, mais, orzo, ma anche le produzioni tipiche, dalle castagne al farro, delle mele all’uva che gli agricoltori hanno salvato in questi anni dall’estinzione per poi rischiare di vederle sparire a causa della pressione dei selvatici.

Ma accanto ai cinghiali si intensificano su tutto il territorio nazionale – rileva Coldiretti – gli attacchi degli altri animali, dalle nutrie agli storni, dai daini ai caprioli, fino ai mufloni, per danni alle produzioni che nel 2015 hanno raggiunto complessivamente i 100 milioni di euro. Un problema che – denuncia Coldiretti – mette a rischio la sopravvivenza delle aziende agricole, soprattutto nelle aree interne, ma anche l’assetto idrogeologico e lo stesso ecosistema, sconvolto dalla presenza eccessiva dei selvatici ormai fuori controllo, senza dimenticare le preoccupazioni sul profilo sanitario con il rischio di contagi degli animali allevati.

“Una situazione insostenibile che sta provocando l’abbandono delle aree interne da parte della popolazione, con problemi sociali, economici e ambientali” ha affermato a Firenze il presidente nazionale della Coldiretti Roberto Moncalvo nel sottolineare che “a rischio non c’è solo il reddito delle imprese agricole ma anche la sicurezza nelle aree rurali e periurbane è in pericolo”. Lo dimostrano i numeri sugli incidenti stradali. Secondo un’analisi Coldiretti su dati Aasps nel 2015 si sono registrati 214 episodi gravi di sinistri con animali dove hanno perso la vita 18 persone e 145 sono rimaste ferite. E intanto si moltiplicano gli avvistamenti di cinghiali a spasso nelle aree periferiche ma anche negli stessi centri delle città, tanto da essere arrivati persino a Roma, nella Capitale.

Dinanzi a tale situazione gli agricoltori della Coldiretti chiedono una riforma della disciplina sugli animali selvatici che garantisca l’indispensabile presenza delle aziende agricole a tutela del territorio. L’obiettivo dell’attività agricola e di allevamento - conclude la Coldiretti - non è, infatti, ottenere risarcimenti (che peraltro non coprono oggi che una piccola parte del danno, senza tenere in considerazione la perdita di quote di mercato né il valore del prodotto trasformato), ma fare impresa, producendo per i cittadini e non per animali selvatici e predatori. (Foto tratta da Coldiretti Toscana)

Manda i tuoi comunicati stampa a: redazionefirenze@ilsitodifirenze.it