Tre anni di indagini per venire a capo di una pericolosa organizzazione criminale legata al clan camorristico dei casalesi riconducibile alle famiglie Schiavone-Iovine-Russo. Questa mattina si è conclusa l'operazione 'Talking Tree' condotta dalle squadre mobili di Firenze e Caserta. 19 ordinanze di custodia cautelare in carcere, di cui 9 eseguite in Toscana.
Sono finiti in manette Maria Grazia Lucariello nata a Caserta nel '69, Salvatore Mundo detto “o’ Mister”, nato a Napoli nel '68, Maurizio Di Puorto nato a S. Cipriano D’Aversa (CE) nel '62, Nicola Garzillo nato a Napoli nel '68, Franco Galante detto “Ciccio Gullit”, nato a Orta di Atella (CE) nel '65, Giovanni Sglavo detto “Panariello”, nato a Carinaro (CE) nel '54, Stefano Di Ronza nato a Gricignano d’Aversa (CE) nel '62, Guglielmo Daniele De Chiara nato a Milano nel '77, Francesco Martino nato a Napoli il 21.04.1967. Tutti residente in Versilia.
Gli affiliati 'toscani' garantivano apporto logistico ai criminali latitanti ed effettuavano estorsioni agli imprenditori della zona di origine campana. Dalle intercettazioni si sentono i messaggeri della mala usare ogni cortesia alle loro vittime: "Per favore, per cortesia, il compare ti manda tanti saluti vedete che potete fare". Di Ronza, arrestato per concorso esterno in associazione mafiosa, oltre a pagare la propria quota al clan, aveva il compito di individuare altri imprendito a cui far pagare il pizzo. In cambio otteneva appalti e commesse. La regola è semplice "chi paga non viene importunato da altri".
Le indagini si sono avvalse di strumenti tecnologici sofisticati: intercettazioni telefoniche e video ambientali, con microcamere poste sugli alberi in terreni alle porte di Viareggio. Dalle immagini si vedono i malviventi sotterrare due pistole smith & wesson, utilizzate durante le estorsioni.
Tutto è partito nel 2009, quando gli inquirenti erano sulle tracce del boss Antonio Iovine, arrestato il 17 novembre 210. Nel corso delle attività si sono accorti degli innumerevoli interessi del clan nella provincia di Caserta, precisamente nei comuni di Gricignano e Succivo, con diramazioni anche in Versilia, in particolare a Viareggio.
In occasione dell'esecuzione degli arresti il Centro Operativo DIA di Firenze ha proceduto al sequestro di beni mobili e immobili degli affiliati al clan camorristico e ai loro prestanomi, come l'alimentari dei coniugi Mundo e Lucariello a Viareggio. Nella sola Toscana il valore dei beni ammonta a 5 milioni di euro.
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