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martedì, 21 maggio 2013 - 06:44
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Siti web dei comuni

Trasparenza: Pistoia, Firenze, Lucca e Siena bocciati. Prato unico virtuoso

Immagine articolo - Il sito d'Italia

Trasparenza? Solo a parole. È questo il quadro che emerge analizzando i dati pubblicati dal Governo Italiano riguardo la quasi totalità delle amministrazioni comunali della Toscana.

La Bussola della Trasparenza, infatti, è uno strumento che rileva quanto le pubbliche amministrazioni sono trasparenti sul web, il cui fine è di accompagnarle, anche attraverso il coinvolgimento diretto dei cittadini, nel miglioramento continuo della qualità delle informazioni on-line e dei servizi digitali.

Onde evitare un lavoro monumentale, ci siamo limitati a verificare la trasparenza dei comuni toscani capoluogo di provincia rispetto alle linee guida del 2011, il cui ultimo monitoraggio è stato svolto il 31/01/2013.

Gli indicatori presi in considerazione sono 42: si va dalla presenza dei bilanci, alle retribuzioni di coloro che rivestono incarichi di indirizzo politico amministrativo, fino ai dati concernenti consorzi, enti e società di cui le pubbliche amministrazioni fanno parte (le cosiddette società partecipate).

 

Veniamo ai numeri. La maglia nera va al Comune di Pistoia, che soddisfa solo 7 indicatori su 42; seguono subito Firenze, Lucca e Siena con 8/42; Grosseto 9/42; Pisa 10/42; Massa 12/42; Livorno 14/42; Carrara 21/42; chiudono Arezzo 34/42 e la virtuosa Prato con 42 su 42 (unico comune che rispetta quanto imporrebbe la legge).

 

Purtroppo, spesso, la ricerca dei dati all'interno dei siti web dei comuni, seppur presenti, si rivela un dedalo senza uscita, dove nessun filo d'Arianna può venire in soccorso del malcapitato.

Qualche passo in avanti è stato fatto, ma siamo ancora assai lontani da quel palazzo di vetro che dovrebbe essere ogni pubblica amministrazione.

Dando per scontata la buonafede degli amministratori, se tutti i dati relativi alle spese, ai bilanci e alle delibere fossero liberamente e facilmente consultabili, si potrebbe capire, ad esempio, come mai rendere operativi i 7,4 chilometri della Linea 1 della Tramvia di Firenze (con annessi e connessi) è costato 350 € al centimetro (ovvero 35.000 € al metro, 3 milioni e mezzo ogni 100 metri, 35 milioni di euro al chilometro e 260 milioni di euro in totale) e magari, una volta illuminati, capire come mai in altri paesi europei, la stessa cosa, costa ai contribuenti la metà e viene realizzata in tempi celeri e non biblici.

Sono tanti i dubbi e gli interrogativi che si sollevano osservando i dati consultabili, come quelli, per esempio, relativi alle dichiarazioni dei redditi di alcuni consiglieri comunali di Firenze. Scopriamo che fior di professionisti, dai loro lavori autonomi, percepiscono stipendi da morti di fame. Evidentemente il costante impegno politico sottrae tempo (e conseguentemente guadagno) alle loro professioni. Li chiamiamo ad uno sforzo ulteriore: si adoperino per una trasparenza vera. Magari il tempo dedicato a questo fine sottrarrà ulteriori introiti alle loro attività extrapolitiche, ma ne guadagneranno in stima e credibilità.

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