“Heroes – Bowie by Sukita” sarà dal 30 marzo al 18 giugno presso Palazzo Medici Riccardi di Firenze.
Una mostra che raccoglie oltre sessanta foto, alcune presentate in anteprima nazionale, scattate dal maestro della fotografia giapponese, Sukita, all’icona del glam rock, lungo i quarant’anni della loro amicizia. La storia di un’icona ma anche di un’amicizia che ha segnato gran parte dell’immaginario moderno dedicato a Bowie: saranno in mostra non solo le leggendarie foto che illustrarono la copertina dell’album “Heroes”, ma anche scatti personali tratti dall’archivio di Sukita che raccontano il rapporto speciale che si creò fra i due a partire dagli anni Settanta.
Molti conoscono l’iconica foto della copertina di Heroes, e sicuramente i fan più esperti sanno già che l’occhio dietro quella foto, appartiene al maestro giapponese della fotografia Masayoshi Sukita, ma forse non tutti sanno che, la collaborazione fra i due andò avanti ben oltre quel momento, trasformandosi in un’amicizia durata oltre quarant’anni. L'incontro tra Bowie e Sukita, infatti, risale al lontano '72, quando il fotografo giunse a Londra dopo aver già sperimentato il fascino di New York e della sottocultura pop, influenzata all’epoca dalla figura istrionica di Andy Warhol.
A New York Sukita aveva ritratto Jimi Hendrix nei mesi precedenti alla sua morte, e forse non si aspettava che un’altra leggenda del rock avrebbe incrociato il suo cammino. Giunto a Londra, s’imbatté in un cartellone del concerto di The Man Who Sold the World. Non sapeva chi fosse David Bowie, ma gli arrivò forte e chiara la potenza comunicativa del poster. Decise quindi che doveva assistere a quel concerto.
Rispetto a quella prima sera Sukita ricorda: “Vedere David Bowie sul palco mi aprì gli occhi sul suo genio creativo. Vidi la performance di Bowie con Lou Reed e fu estremamente potente. Bowie era completamente diverso da tutti gli altri rockers, aveva un qualcosa di speciale che sentivo di dover fotografare.”
Masayoshi Sukita è uno dei più grandi fotografi giapponesi. Dopo essersi diplomato al Japan Institute of Photography, comincia a lavorare come fotografo professionista e dalla fine degli anni ’60 sviluppa un grande interesse per le sottoculture, che lo porteranno a partecipare al Festival di Woodstock nel 1969. Nel 1970, diventa fotografo freelance e inizia a frequentare assiduamente New York, all’epoca pervasa da una nuova energia che scaturiva dalla sua sottocultura, che mescolava arte, cinema e musica. Ma sarà soprattutto Londra e influire in modo incisivo sulla sua carriera. Proprio a Londra infatti Sukita incontra e fotografa Marc Bolan e i T-Rex, considerati da molti come i padri fondatori del glam rock.
Nel corso dei tre mesi di esposizione, molti saranno gli eventi collaterali nel segno di Bowie. Si preannuncia ampia, infatti, la scaletta di concerti acustici che si terranno nel cortile del palazzo, ed i fan di Bowie potranno trovare al bookshop una ricca scelta di libri e merchandising a lui dedicato, oltre al catalogo della mostra edito da OEO Firenze.
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