"Nella giornata in cui la città si è stretta attorno alla comunità senegalese, alla famiglia, agli amici di Idy Diene, nostro concittadino ucciso per strada, c’era solo un messaggio possibile: non siete soli, nessuno è solo in questa città.
Di fronte a una comunità spaventata, incredula, spaesata, le autorità cittadine avrebbero dovuto prendere per mano una città intera, tranquillizzarla, farla stringere. La uccisione di un connazionale la cui unica colpa è stata quella di trovarsi su quel ponte e di avere la pelle nera non può che vederci al fianco della comunità senegalese, che deve essere tranquillizzata: la Città è con loro, le autorità faranno luce celermente sulla vicenda e non nessuno verrà lasciato solo". Così in una nota il gruppo consiliare Firenze Riparte a Sinistra, con Tommaso Grassi, Donella Verdi e Giacomo Trombi.
"Il nostro sindaco, invece, dopo l’infelicissima uscita sulle fioriere rotte messe al pari dell'omicidio, è arrivato oggi al presidio, ha balbettato qualcosa sul fatto che l’assassinio non è a sfondo razzista, e poi è venuto via, di fronte alle proteste ed alla paura. Invece di fare il sindaco. Non accettiamo che la comunità venga trascinata da altri soggetti estranei su un terreno di scontro e di violenza e lo sputo al Sindaco è un atto deprecabile, riteniamo che debbano essere loro a decidere come affrontare questi giorni di lutto e dolore per la loro comunità senza strumentalizzazioni da parte di alcuno. Diciamo no alla violenza, ma siamo altrettanto chiari a dire che per noi la vita umana vale più di mille fioriere rotte e che qualsiasi paragone è indegno."
"Crediamo che le cose da dire siano solo due: la città si stringe intorno alla famiglia di Idy, e che sarà lutto cittadino nel giorno del funerale. Perché chi ha ucciso Idy, ha colpito la città di Firenze. Questo oggi avrebbe dovuto dire il sindaco. Non è pensabile che non si legga in quanto accaduto un razzismo che certo, da quanto si apprende, non ha radici fasciste e della destra estrema come nel caso di Casseri, l'assassino del 2011 in piazza Dalmazia, ma è comunque un razzismo che ha visto nel diverso e nell'uomo nero, il destinatario di una esecuzione con 6 colpi di pistola. Poco importa che inizialmente l'intento dell'assassino fosse stato quello di suicidarsi, ma i fatti raccontano che a morire in una tragica mattina sia stato Idy."
"Ci auguriamo - concludono - che il sindaco Nardella oggi venga in Consiglio comunale a chiarire che non accettiamo che a Firenze si possa morire per razzismo e che la comunità senegalese è un pezzo della Città a cui tutti ci stringiamo nel momento del lutto: si dichiari il lutto cittadino anche per Idy Diene, ucciso per strada nella nostra città."
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