Di qualche ora fa la notizia che il Governo ha ritirato il parere negativo all'emendamento Germontani sui cui si riconosce l'intera Commissione e questo ha consentito di approvare il ddl sulle quote rosa che ora andrà in aula. E dire che solo ieri al Senato, il disegno di legge ha rischiato di incagliarsi di nuovo dopo che il sottosegretario all'Economia Sonia Viale ha dato parere negativo sull'emendamento Germontani, chiedendone il ritiro. Il ddl prevede la presenza obbligatoria di almeno un terzo di donne nei consigli di amministrazione delle società quotate in Borsa o a partecipazione pubblica, da rendere effettivo entro il 2015. E proprio di quote rose, ma anche di riforma della legge regionale Toscana si è parlato ieri alla Feltrinelli con Clotilde Giurleo e Silvia Marroni, rispettivamente coordinatrice e vicecoordinatrice regionale donne Idv Toscana che hanno dato vita alla 'Scuola delle donne', un percorso di formazione politica ma anche luogo di serio confronto e dibattitto "tra persone che davvero vogliono cambiare la politica" dice la Giurleo, il tutto "senza orpelli, slogan e strumentlizzazioni". Tuttavia ancora molto c'è da fare perchè le donne acquistino davvero potere sul lavoro. Le percentuali e le statistiche ci raccontano ancora troppi casi di donne che abbandonano il lavoro dopo il primo figlio. Servizi che continuano a mancare e quando ci sono spesso hanno prezzi proibitivi, gli asili nido in cima a tutti; e allora ecco i nonni pronti a farne le veci, quando è possibile. In un Paese moderno tutto questo non è più ammissibile. E tornando alla poltica "A livello europeo - ricorda la Marroni - siamo al terzultimo posto nella graduatoria europea per numero di donne elette in Parlamento". Dunque ancora tanto da fare, intanto un piccolo ma importante passo avanti: approvato un altro ddl quello sulla riforma elettorale regionale, in base al quale in caso di doppia preferenza l'elettore è chiamato a sceglierne obbligatoriamente due di generi diversi. "Questa sì- esulta la Giurleo - che è una vera mimosa, che quest'anno accetto con vero piacere". Ma bisogna lavorare ancora molto, innanzitutto ambire a una riforma culturale che parta proprio dalle donne, perchè forse, la tanto sbandierata parità andrebbe concessa più che ottenuta. Un modello lavorativo ancora di stampo maschile al quale le donne finiscono per adeguarsi a prezzi molto salati, senza nemmeno chiedersi se sia davvero quello il più efficiente e se ne esista un altro alternativo, che magari consenta di conciliare casa, lavoro e figli. E perché no, far si che tutto questo non sia più un'incombenza esclusivamnete femminile. Resta il fatto per usare le parole di Clotilde Giuliani che "finchè le donne resteranno fuori dall'Italia, l'Italia sarà fuori dal mondo"
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