Inizia il suo intervento ringraziando tutti i colleghi presenti Nello Rega ospite speciale della conferenza sull' Islam e libertà di espressione tenutasi poco fa nella sala degli Incontri di Palazzo Vecchio alla presenza del Capogruppo Lega Nord Toscana Mario Razzanelli ed altri consiglieri regionali del partito. Il cronista potentino ha da poco preso la parola quando di lì a poco viene interrotto da una signora seduta in prima fila che con fare spaesato più che provocatorio chiede "Scusi, ma lei chi è? E di quale attentato sta parlando?". Il giornalista di Televideo-Rai, scrittore e grande esperto di Medio Oriente è stato di recente vittima di un attentato ad opera, si pensa, di fondamentalisti islamici che più volte nei mesi scorsi avevano minacciato l'agguato. La causa di tanto accanimento il suo ultimo libro "Diversi e divisi, diario di una convivenza con l'Islam" che racconta come dirà lui stesso nell' intervista video che abbiamo realizzato, una storia d'amore impossibile tra un uomo cristiano (se stesso) e una giovane donna musulmana Amira.
L'audacia delle domande dell' improvvisata e un po' disorientata giornalista" creano per qualche secondo l'imbarazzo dei presenti e ancor più dei padroni di casa della Lega. Ma Rega non si scompone e anzi con estremo garbo risponde "Mi chiamo Nello Rega, e sono un collega", racconta così la sua storia, quella del libro e infine l'attentato di una settimana fa. Ci tiene a sottolinere che il suo non è un libro contro l'Islam e anzi non mancano critiche anche all'Occidente ma intende certo mettere in luce le differenze e le distanze che ancora esistono tra i due mondi e che siamo, purtroppo molto lontani dall' integrazione e se questa fosse mai possibile "deve partire -dice- dalla sottoscrizione della Carta dei diritti dell'Uomo. Oggi sono qui a Firenze per continuare il lavoro iniziato nel 2009, a cui ho dato un'accellerata dopo l'agguato della scorsa settimana". Poi però aggiunge parafrasando Marx "Oggi l'Islam è l'oppio dei popoli".
Nella sala tra i consiglieri anche Costantino Ciari che nelle scorse settimane ha portato alla ribalta nazionale il caso della bimba marocchina residente a Regello costretta dal padre ad indossare le cuffie durante la lezione di musica. "Proprio dopo tale episodio è nato in Provincia un dibattito sulla possibile convivenza e su quali iniziative culturali è bene intraprendere". Le sue parole però vegono però smentite dal collega Dario Locci " Esiste un'assoluta inconciliabilità, niente ci lega, il loro è un altro mondo. Il nostro problema è che noi non sappiamo più chi siamo. Dobbiamo recuperare la nostra identità cristiana, chi non lo capisce è solo chi non lo vuole capire, magari per chissà quali altri fini".