Secondo quanto è stato riportato dagli ultimi dati che si sono diffusi sul web, pare che la qualità degli immobili che sono stati oggetto d’acquisto nel corso del 2018 sia cresciuta in modo importante. Un primo vero segnale che può far sperare in una ripresa costante e completa del settore immobiliare. Come si può notare anche su www.impresaimmobiliare.com, sono aumentati gli acquisti che riguardano le prime tre categorie energetiche di circa il 6%, mentre è cresciuta la qualità anche di tutte quelle strutture immobiliari sottoposte ad opere di ristrutturazione, di circa il 12%.
In ogni caso, è bene mettere in evidenza come il mercato rimanga entro dei confini ben precisi, che sono quelli delle categorie energetiche peggiori. Circa 8 transazioni immobiliari su 10, infatti, concernono proprio tale gruppo qualitativo energetico. Le statistiche, che sono state raccolte da parte di Enea, Fiaip e Icom, sono state raccolte da ben più di seicento agenti immobiliari.
È stato lo stesso presidente di Enea, Federico Testa, a sottolineare come si potrebbe parlare, sempre con grande prudenza, di come il settore immobiliare stia finalmente prendendo atto di quanto sia importante tener conto dell’efficienza energetica nella compravendita di case e altre strutture immobiliari. La riqualificazione energetica, però, non è diventata ancora una consuetudine e chiaramente bisogna lavorare ancora di più affinché possa essere sempre più radicata nel tessuto sociale italiano.
Sul mercato e sui relativi dati, infatti, hanno un ruolo ancora eccessivamente di primo piano gli immobili che, dal punto di vista energetico, sono di pessima qualità. Ciò che fa sperare è che si tratti di una statistica in riduzione rispetto agli anni passati. D’altro canto, però, come detto in precedenza, è una di quelle tendenze che devono ancora diventare stabili e forti.
Un passo in avanti in tale situazione si può riscontrare anche dal fatto che è calato il numero di immobili che sono stati oggetto di compravendita e che fanno parte delle ultime quattro classi energetiche, ovvero quelle che vanno dalla D fino alla G, in confronto ai dati registrati nel 2017, quando si andava addirittura oltre il 90%.
Invece, le statistiche che si riferiscono agli immobili di qualità, ovvero che rientrano nelle prime tre categorie energetiche, dalla A+ alla B, hanno fatto registrare un buon aumento, passando dal 22% fino al 28%. Una nuova distribuzione delle prime classi energetiche che sembra un po’ la tendenza in tutte le ubicazioni degli immobili, tranne quelli collocati nelle zone più centrali, che chiaramente devono fare i conti con un’oggettiva difficoltà nel riuscire ad intraprendere delle operazioni di ristrutturazione, proprio per via del fatto che spesso sono inseriti nei centri storici.
Ad ogni modo, tutti gli addetti ai lavori sembrano concordare su un dato: ovvero che il percorso verso una vera e propria riqualificazione energetica sembra bell’è che avviato. In base a quanto emerso dall’indagine, infatti, il numero di immobili delle prime tre classi energetiche copre il 77% delle case di nuova costruzione che sono state vendute durante l’anno passato.
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