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venerdì, 28 ottobre 2011 - 15:44
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MIRANDOLA

Sperimentazione sugli animali, 200 cavie salvate dalle Fiamme Gialle

L’Operazione della Finanza, svoltasi nelle campagne mirandolesi, ha visto la collaborazione del nucleo delle guardie ecologiche e della Lega antivivisezione
Immagine articolo - Il sito d'Italia

La Guardia di Finanza di Modena ha scoperto che una nota azienda operante nella Bassa modenese eseguiva, in un casolare abbandonato, analisi di laboratorio con prove di biocompatibilità attraverso l'impiego di animali vivi quali topi, conigli e cavie, a beneficio di aziende del settore biomedicale.

Gli sviluppi investigativi effettuati nei confronti di più aziende del settore hanno permesso agli agenti della Guardia di Finanza di individuare un immobile che presentava una protezione inusuale per il tipo di fabbricato. Attraverso appostamenti e pedinamenti dei soggetti visti all'interno del casolare è stato accertato che esso veniva utilizzato dalla società segnalata per esercitare l'attività delle ricerche sperimentali biologiche su animali vivi.

I finanzieri perciò hanno fatto irruzione nel casolare unitamente alle guardie zoofile della Lega anti vivisezione di Modena constatando la presenza di un laboratorio di analisi biologiche che mediante l'impiego di personale dell'azienda modenese, tra cui un veterinario, effettuava test sperimentali su animali vivi senza nessun tipo di autorizzazione.

I test – spiegano gli agenti – servivano alle aziende costruttrici del settore biomedicale per ottenere la certificazione dei vari prodotti e dispositivi medicali impiegati nel settore sanitario che in parte sarebbero stati destinati alle cure medico-ospedaliere.

Successive indagini hanno permesso di rilevare che il laboratorio clandestino effettuo più di 1.300 sperimentazioni su 566 tipologie di prodotti medicali diversi.

Le operazioni si sono concluse con il sequestro del casolare e della relativa attrezzatura e con la denuncia di tre persone, tra cui l'amministratore unico dell'azienda, la moglie proprietaria del casolare ed un veterinario che materialmente effettuava i test incriminati sugli animali vivi. I reati contestati sono quelli di uccisione e maltrattamento di animali, che prevedono dalle multe alla reclusione.

Gli oltre 200 animali rinchiusi nelle gabbie sono stati affidati ad un'associazione specializzata nel recupero degli animali da laboratorio.

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