«In riferimento a quanto comparso su alcune testate sulla stampa locale, circa il proposito di esporre nella Sala dei Dugento tre degli arazzi del Ciclo di Giuseppe Ebreo per rievocare una storica sistemazione della sala, leggo con stupore che sarebbe in atto una “contesa” o un “braccio di ferro” tra questa Soprintendenza e il Comune di Firenze. Tutt’altro: sono in corso contatti preliminari per rendere attuabile l’iniziativa.
I dieci arazzi, di proprietà demaniale e inclusi nell’Inventario Arazzi di questa Soprintendenza, sono stati restaurati magistralmente dall’Opificio delle Pietre Dure in Palazzo Vecchio, grazie al Comune di Firenze e all’Ente Cassa di Risparmio di Firenze.
Poiché a più riprese negli anni si è affacciata l’ipotesi di esporli a rotazione nella Sala dei Dugento, in una mia lettera al Sindaco di Firenze e al Presidente del Consiglio comunale dello scorso 8 gennaio ho confermato di concordare appieno sulla suggestiva ipotesi, che favorisce un’appropriata valorizzazione, non solo degli arazzi, ma anche del restauro condotto, dell’impegno finanziario profuso da soggetti pubblici e privati e della Sala stessa.
Ho altresì ribadito la disponibilità di questa Soprintendenza, responsabile della tutela, a coinvolgere le competenze dell’Opificio per elaborare soluzioni espositive adeguate, che garantiscano la salvaguardia e la conservazione dei preziosi panni da poco restaurati: essi infatti vanno protetti da agenti di degrado fra cui la polvere, la luce, gli infestanti e la forza di gravità che li tira dabbasso quando sono appesi.
Infine – a mia scienza – non esiste al momento alcun progetto di esporli in un museo del Polo Fiorentino».
Cristina Acidini
Soprintendente per il Patrimonio Storico, Artistico ed Etnoantropologico e per il Polo Museale della città di Firenze
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