"Paolo Oliverio e Lorenzo Borgogni sono soci nella produzione del film ma, oltre alla passione cinematografica, in comune hanno anche pesanti ombre giudiziarie sulle spalle come riciclaggio, finanziamento illecito, fondi neri ed anche sequestro di persona. Per la Regione Toscana, tuttavia, sono meritevoli di veder finanziato, con i soldi dei cittadini toscani, il loro filmetto thriller girato in Provincia di Siena," attaccano i consiglieri regionali di Fratelli d'Italia.
"'Giallo Toscana', questo il titolo del film che è stato girato a Buonconvento e che ha ricevuto contributi dalla Toscana e dalla Toscana Film Commission per almeno 30.000 euro" spiega Giovanni Donzelli, capogruppo in Regione per il movimento di Meloni, Crosetto e La Russa, che ha presentato un'interrogazione, insieme ai colleghi Paolo Marcheschi e Marina Staccioli, in cui si chiede di sapere “se siano o meno a conoscenza dei fatti, con quali criteri valutativi vengano assegnati contributi a società multimediali che producono filmati sul territorio della nostra Regione, se non sia il caso di ripensarli e quanti e quali finanziamenti abbia avuto il film “Giallo toscano” da parte della regione Toscana e Toscana Film Commission”.
“Nel 2012” spiega Donzelli “la Poyel produzioni avrebbe prodotto il thriller ‘Giallo toscano’ girato a Buonconvento (Siena) e rimasto peraltro il suo unico film. Tale opera è stata realizzata, unitamente alla "Accademia dei risorti”, casa di produzioni cinematografiche con sede proprio nel comune senese, il cui Presidente è Lorenzo Borgogni, ivi residente, noto come portavoce di Finmeccanica per un ventennio”.
“Il film, da notizie di stampa, pare abbia avuto un contributo pari a 30 mila euro da parte della Toscana Film Commission” prosegue Donzelli. “Peccato che il curriculum dei soci sia imbarazzante: Paolo Oliverio, arrestato a novembre 2013 con l’accusa di sequestro di persona nell’ambito di un’inchiesta per riciclaggio e Paolo Borgogni, indagato nel 2011 nell’inchiesta su Finmeccanica circa il presunto utilizzo di fondi neri per agevolare alcune commesse o riciclare denaro, finendo per patteggiare una pena di 3 mesi di reclusione per finanziamento illecito ai partiti, attualmente coinvolto anche in altre indagini, quali quella sulle presunte mazzette pagate per la fornitura degli autobus di Roma Capitale”.
"Come sempre non farò alcuno sconto alla maggioranza e cercherò di capire perché Rossi e Scaletti abbiano dato soldi a questi soggetti così poco trasparenti nei rapporti con le Istituzioni” incalza Donzelli. “E' indecente ed immorale pensare di finanziare i filmetti di personaggi di tal genere e poi non solo chiudere gli ospedali ma anche chiedere, per mettere a posto i conti, oltre al ticket, una gabella di 10 euro, con la scusa della digitalizzazione, per tac, radiografie e altri esami diagnostici anche se i pazienti sono poveri o malati terminali".
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