Durante l'inugurazione di stamani della nuova sede toscana dell'Idv dedicata a Pietro Calamandrei, Antonio Di Pietro parla del terzo polo come un dilemma da risolvere in vista delle prossime elezioni. Il problema sarebbe nelle alleanze, ancora indefinite; e poi l'atteggiamento del Pd, perennemente poco chiaro :''Dispiace che il Pd non abbia ancora fatto una scelta di campo, se vuol continuare ad ammiccare ai terzisti o rivendicare il ruolo e la politica dell'area di centrosinistra. Rispettiamo le riflessioni e le scelte del Pd - continua il leader dell'Idv - non siamo qui per contestare e recriminare, ma ribadiamo la convinzione che i cittadini italiani vedano meglio l'indicazione precisa per chi votare invece che andare al buio. Il modello del terzo polo presuppone che il polo alle elezioni vada da solo, e poi scelga da una parte all'altra in base a chi gli dà di più, a chi dà più riscontri alle sue ambizioni. Bisognerebbe sciogliere il nodo del terzo polo'' . Di Pietro ha ricordato che l'Idv aveva chiesto al Pd di poter esprimere due candidati per le prossime amministrative, senza però ottenerli ''a Napoli, dove neppure con le primarie sono riusciti a scegliere un candidato credibile, e a Campobasso, dove noi abbiamo il 33% e il Pd il 15%''. Tuttavia la priorità resta, a detta di Di Pietro, combattere le forze guidate dal premier Silvio Berlusconi: ''Io sarò l'ultimo mohicano che rinuncia a qualcosa che possa impedire a Berlusconi di mantenere il potere, e tra l'idea di mantenere la guida di Marche e Liguria dove l'Udc è nella maggioranza, o spaccare la coalizione e lasciare vincere i berlusconiani, ci penso due volte e faccio un passo indietro. Infine non potevano mancare, da parte dell'ex Pm considerazioni sulla vicenda processuale del Premier: ''Mentre il mondo brucia Berlusconi tiene impegnato il Parlamento per i suoi processi. Stamani è andato non ad assistere a un processo, ma a fare polemica e campagna elettorale. Egli ha detto - continua Di Pietro - due cose di cui prendo atto: ha detto 'io sono l'uomo piu' imputato della storia', e questo e' il dramma, in un Paese normale si dovrebbe sapere se il presidente del Consiglio è condannato o no, invece lui resta sempre imputato perchè si fa una legge al giorno e le uniche sentenze a cui si riesce ad arrivare sono di prescrizione. Poi ha detto 'solo in Italia c'e' un premier sotto processo': e' questo il problema, mentre negli altri paesi il premier o si fa processare - conclude Di Pietro - o si dimette, in Italia egli approfitta del suo ruolo nonostante sia sotto processo".
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