“Se c’è lo vedremo” ; ne è convinto il professor Maurizio Seracini reduce dalla prima giornata di ricerca vera e propria della famosa e mai vista, almeno fino ad oggi, Battaglia di Anghiari di Leonardo da Vinci.
Oggi pomeriggio nel Salone dei Cinquecento in compagnia di Maurizio Seracini, direttore dei lavori anche il sindaco Renzi e il vicepresidente della National Geographic Terry Gracia. Insieme hanno illustrato alla stampa i primissimi risultati dopo la prima notte di lavori. L’utilizzo della tecnica endoscopica ha confermato quanto fin’ora le ricerche radar avevano anticipato: la sonda avrebbe rivelato la presenza di aria dietro il dipinto del Vasari, e due muri di diverse qualità. Stando alla teoria da tempo sostenuta dal professor Seracini il Vasari avrebbe fatto ergere un muro in mattoni per non distruggere il capolavoro del Leonardo e su quello avrebbe poi dipinto la sua Battaglia di Marciano detta anche di Scannagallo. Non mancano gli indizi che confermerebbero tale teoria, non ultima una commissione di mattoni indirizzata a Palazzo Vecchio proprio in quel periodo.
Le indagini di ieri, almeno per ora sembrano dare ragione a Saracini: esiste davvero un’intercapedine di circa 2 centimetri di aria oltre la quale potrebbe a questo punto trovarsi il capolavoro non finito del genio leonardiano . “Noi speriamo che ci sia, ma lo sapremo definitivamente solo a fine lavori, cioè tra due-tre mesi - continua Seracini.
“Il rischio di non trovare niente esiste” dichiara Renzi, che risponde così alle critiche del professor Tommaso Montanari “ma certo non si può affermare che questa sia una ricerca vana, comunque andranno le cose avremo risolto un mistero lungo 5 secoli”. Tutto il mondo dell’arte ha gli occhi puntati su Firenze adesso e questo anche grazie alla National Geographic che solo “per il disturbo”, cioè per avere l’esclusiva della scoperta ha dato al Comune 250 mila euro, a cui si aggiungeranno i costi veri e propri dell’intera operazione. Renzi, dopo le polemiche delle ultime ore sulla modalità di intervento e sullo stato dell’arte degli affreschi in Palazzo Vecchio, ammette che le verifiche fatte dai ricercatori sull’affresco vasariano hanno rilevato che “lo stato di salute del dipinto non è dei migliori” e che proprio per questo il ponteggio resterà più a lungo del previsto, una o due settimane, per eseguire delle operazioni di restauro. “Fin’ora – chiarisce il sindaco – non è stato praticato nessuno strappo: la sonda è stata fatta passare attraverso un pezzetto (un frammento di 2-3 centimetri ndr.) dell’affresco che si era staccato e che i ricercatori hanno immediatamente intelato”. Ma è chiaro che per le prossime rilevazioni verranno praticati dei microfori in punti precisi della Battaglia di Marciano del Vasari. Il professor Seracini aveva chiesto di poter 'bucare' l'affresco di Vasari in 14 punti diversi. Ma il soprintendente al Polo museale di Firenze, Cristina Acidini, ne ha concessi 'solo' sette. Il tutto avverà sotto l’occhio vigile dell’Opificio delle Pietre Dure, l’istituto preposto a sorvegliare i lavori. Le dimissioni della sovrintendente Cecilia Frosinini, sembrano già acqua passata. A sostituirla è il collega Marco Ciatti.
Il professor Montanari, docente di Storia dell'Arte, intervistato da Repubblica è stato molto critico sull'indagine in corso, definendola "un'operazione di marketing culturale". "Lì il dipinto non c'è. Al massimo si potrà trovare un'ombra di quello che fu il tentativo di affresco dell'artista, fra l'altro non nella parte est dove si sta cercando ma in quella opposta".
"Tutta la ricerca scientifica del professor Maurizio Saracini dimostra che se il dipinto c'è è lì" ribatte Renzi. Antiche descrizioni del dipinto, quando questo era ancora visibile, parlano di lato destro del Salone rispetto all'ingresso. La parete su cui è stato montato il ponteggio invece è quella sinistra "ma è stato dimostrato - prosegue Renzi - che allora l'ingresso era sul lato opposto". Inoltre sembra che la Battaglia di Scannagallo sia stata l'ultima ad essere realizzata dal Vasari e quella è l'unica parete ad avere quell'anomalo rivestimento in mattoni, tra l'altro lungo più o meno quanto l'affresco.
“La mission della National Geographic è quella di ispirare ed espirare” dichiara Terry Garcia, il tutto supportato dalla combinazione di differenti tecnologie. E nel caso in cui davvero il dipinto venisse ritrovato? Come si procederà? Su questo sia Seracini che Garcia sono prudenti, meglio andare per gradi; poi è Garcia a sbilanciarsi “se davvero c’è si farà in modo di tenere insieme sia il Vasari che il Leonardo”. Come però al momento non è dato saperlo.
Nel Salone dei Ciquecento era presente anche Roberto Giacobbo che in questi giorni sta girando documentario per Voyager che presumibilmente andrà in onda a gennaio, cioè a indagine conclusa. La National ha infatti accettato che fosse la Rai a girare un documentario che sicuramente resterà alla storia.
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