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polizia postale

Pedopornografia online, arresti in tutta Italia. Scambiavano video e foto di neonati e bambini vittime di abusi

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Immagine articolo - ilsitodiFirenze.it

Oltre un anno e mezzo di condivisioni nel dark web di foto e video pornografici con neonati vittime degli abusi o con bambini che subivano violenze dagli adulti, o ancora con minori sotto i 14 anni ripresi in atti sessuali con uomini.

 

Così questa mattina la polizia postale e delle comunicazioni della Sicilia Occidentale e il servizio centrale del centro nazionale per il contrasto della pedopornografia on-line (Cncpo) hanno eseguito tredici arresti su richiesta della procura di Palermo. Ventuno i denunciati a piede libero. Per tutti a vario titolo i reati contestati sono divulgazione, cessione e detenzione di materiale pedopornografico.

 

Centinaia di migliaia i file trovati e sequestrati. Oltre che a Palermo, arresti, perquisizioni e denunce sono state effettuate dagli uffici della polizia postale di Firenze, Bari, Bologna, Cagliari, Catania, Milano, Napoli, Pescara, Reggio Calabria, Roma, Torino, Trento, ed è stata ricostruita l’intera rete di rapporti, tra cittadini italiani e stranieri, che detenevano e scambiavano su internet, foto e video pedopornografici.

 

I 13 arrestati e i 21 indagati conservavano in casa migliaia di file con foto e video pedopornografici. Nelle perquisizioni domiciliari gli investigatori hanno trovato centinaia di supporti elettronici, memorie, micro schede che alcuni indagati nascondevano nelle fiale dei medicinali nei barattoli del caffè, nei vasi di fiori, dentro libri nella speranza che non venissero trovati. O

 

Oltre al sequestro del materiale informatico la polizia postale ha controllato e accertato i momenti di accesso degli indagati ai canali di scambio. In 13 casi è stata cristallizzata la detenzione di ingente quantità di file pedopornografici, facendo scattare l'arresto in flagranza di reato. In altri 21 casi, gli operatori hanno denunciato gli indagati a piede libero a vario titolo, per reati afferenti alla pornografia minorile.

Tra indagati e arrestati figurano ricchi professionisti del nord e giovani disoccupati, ma anche lavoratori autonomi, dipendenti, persone con il solo diploma di terza media e laureati con più master nel curriculum, a dimostrazione della trasversalità del fenomeno che non fa distinzioni geografiche, di età e classe sociale.

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