La RSA "Le Civette", una delle poche Residenze Sanitarie Assistenziali pubbliche di Firenze è destinata a chiudere i battenti. Già negli scorsi giorni l'Associazione ADINA ( Associazione per la Difesa dei Diritti della Persone non Autosufficienti) aveva sollevato la questione. 72 lavoratori perderanno l'occupazione e molte famiglie si vedranno costrette a rivolgersi alle strutture private per offrire assistenza ai propri cari, sborsando circa 3.500 euro al mese.
Ecco il comunicato stampa dell'Unione Sindacale di Base (USB):
Ci eravamo illusi che dopo i tagli draconiani alla sanità toscana ( drastica
riduzione di personale, chiusura di pronti soccorsi nella
desolata
maremma, chiusura di presidi ospedalieri, riduzione drastica di posti letto)
si fosse arrivati ad una normalizzazione.
Invece era solo un illusione, infatti 72 Lavoratori della RSA “Le Civette” -
struttura pubblica – verranno mandati a casa, e si andranno a sommare
ai 32 lavoratori della casa di cura ad alta specializzazione “ Poggio Sereno”
che chiuderà il 30/09 e alle decine di unità lavorative di Villa Ulivella. Con
loro entreranno in crisi le rispettive famiglie private di reddito già
notevolmente ridotti e senza prospettive di rioccupazione a breve termine
considerata anche l’età di molti lavoratori, nonché la situazione economica
e occupazionale del momento.
Riteniamo estremamente grave che la Regione Toscana e l’Azienda
Sanitaria Locale 10 di Firenze facciano finta di non vedere oltre al grave
problema occupazionale anche i problemi socio sanitari che deriveranno
dal taglio di ulteriori posti letto.
E’ una scelta scellerata quella di chiudere la RSA Le Civette tenuto conto
dell’alta percentuale di persone anziane presenti sul territorio.
Riteniamo che questi tagli siano fatti senza programmazione e senza porsi
il problema delle conseguenze e delle ricadute che questo avrà per la
particolarità degli utenti. Insomma solo e sempre un’operazione
ragionieristica, un taglio lineare, che non tiene in alcun modo conto dei
bisogni della gente comune.
Se ci sono “buchi” nella sanità Toscana, la colpa non è certo dei cittadini,
dei malati, né dei lavoratori che vi operano, ma di coloro che con la loro
incapacità li hanno generati.
E’ giunto il momento che ognuno risponda per le proprie responsabilità,
politiche ed amministrativo gestionali.
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