Province: la Regione non sceglie per un solo voto

Il centrosinistra non ha trovato l'accordo e alla fine l'unico modo per non sbriciolare la maggioranza è stato quello di votare la scelta di non scegliere.
Paradossi della politica. Si doveva discutere dell'inutilità delle province, ma in Toscana hanno dimostrato oggi l'inutilità della Regione.
Esattamente come aveva fatto il Consiglio delle autonomie locali (CAL), su proposta di Vittorio Bugli capogruppo del PD, anche Palazzo Panciatichi non si esprime formalmente.
Finirà con Pisa in provincia di Livorno e Siena in provincia di Grosseto, ma nessuno se ne sarà assunto la responsbailità.
Dopo mesi di dibattito infuocato sui giornali e nelle riunioni di partito l'unico atto approvato dall'assemblea è la risoluzione di Bugli in cui si rimanda la scelta ai tecnici di Monti inoltrando le due proposte del CAL.
Risultati sul filo di lana. La risoluzione di Bugli viene approvata per 1 voto. 25 a favore, 22 contrari e 2 astenuti. L'astensione vale come voto contrario. Bocciato numericamente ma sul filo (24 a 24 con 6 astenuti) il documento del PDL che ricalcava la proposta dell'UPI di fare 5 province, mantenendo Firenze come città metropolitana. In dissenso dal gruppo del PD hanno votato Danti, Giani, Remaschi e Tognocchi.
Approvato (31 a 21) un documento dell'IDV in difesa dei dipendenti delle Province.
La palla adesso passa al Governo che pare potrebbe non concedere alcuna deroga e scegliere quindi una ulteriore ipotesi. Secondo alcune indiscrezioni e interpretazioni delle legge, in Toscana potrebbe finire con Grosseto che accorpa Siena e Arezzo, Prato che accorpa Pistoia, Lucca e Massa Carrara e infine Livorno che accorpa Pisa. Firenze dovrebbe rimanere quasi sicuramente città metropolitana.