Lo scrittore e giornalista Giovanni Pallanti, ieri, è intervenuto in collegamento telefonico a “Piazza Duomo”, trasmissione in onda su Radio Toscana, per dibattere sulla imminente chiusura della libreria Edison.
“Il fondo è stato acquistato nel 2004 da un'immobiliare la cui maggior azionista è Feltrinelli – ha dichiarato il direttore di Edison, Alessandro Falciani, prima dell'intervento di Pallanti – e a fine locazione siamo stati sfrattati. L'Edison non è in crisi, ci hanno mandato via. Gli affitti sono stati pagati, così come gli stipendi dei lavoratori”.
Di seguito le dichiarazioni di Pallanti sulla vicenda.
“Le librerie servono o no? Io credo di sì – ha affermato - la cultura circola attraverso i libri. A Firenze, nel centro della città non ci sono più cinema, librerie, è chiuso tutto quello che può servire per divagarsi fino a una certa ora della notte, senza bere birra o ascoltare musica, ma, per esempio, sfogliando un libro. Tutto questo – ha proseguito – viene meno, perché questa attività l'ha svolta la Edison, che non ha paragoni con le altre librerie che chiudono la sera alle sette o alle otto, come quelle di via dei Cerretani, che sono buone librerie, tra cui c'è la Feltrinelli, ma hanno fatto meno aggregazione e relazioni sociali di quanto ha fatto la Edison. Questo rappresenta una grossa perdita per la città e mi dispiace constatare che il Vicesindaco Nardella praticamente non ha ottenuto niente, il Sindaco Renzi è completamente assente perché pensa solo ai fatti suoi e alle primarie e Firenze è ridotta sempre di più a una città-museo. Tutto quello che si può fare si limita a quello che fanno i turisti, per i fiorentini Firenze sta diventando un sogno lontano e questo purtroppo riguarda soprattutto le librerie, i luoghi di aggregazione dove si fa cultura”.
“Vuole questa chiusura prevalentemente il Gruppo Feltrinelli – ha ripreso Pallanti dopo un intervento di Falciani – la Edison poteva essere tenuta in vita. Perché Feltrinelli vuole ciò? Perché Feltrinelli è passata da una posizione radicale, a quella di un'impresa che fa business. Ricordo a tal proposito che Feltrinelli vendeva le bombolette col color giallo per tingere i poliziotti, editava e vendeva i manuali per studiare come fabbricare le molotov. Le case editrici come Feltrinelli sono state storicamente fiancheggiatrici del movimento terrorista. Strutturalmente luogo di aggregazione dell'estremismo di sinistra violento: questo è fuori discussione, lo so per esperienza personale, l'ho visto. Feltrinelli vuole chiudere Edison, perché oggi hanno fatto un salto di qualità. Come i terroristi ora fanno lezione all'università e si divertono a raccontare quello che hanno fatto come se loro non fossero stati protagonisti degli anni di piombo, Feltrinelli è diventata solo un'impresa che fa business. Grazie al pubblico affezionato e le buone pubblicazioni, hanno più soldi delle altre librerie. A questo punto, avendo comprato i locali della Edison che si andranno a sommare ad altri punti vendita sparsi nel centro di Firenze, sono gli egemoni in una delle città che è considerata, culturalmente parlando, tra le più importanti d'Italia e loro saranno la libreria più importante. Fanno fuori la Edison – ha concluso - perché dà comunque fastidio, perché la vedono come una concorrente”.
Nel video: tutte le dichiarazioni sopracitate
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