Finalmente la riforma del codice penale in materia di legittima difesa è stata approvata dalla Camera dei Deputati. Adesso la parola passa al Senato. Confidiamo nel prezioso contributo del senatore Antonio Razzi, appena rientrato dall’oasi di pace nord coreana. Il testo dei nuovi articoli 52 e 59 del codice se ne stava tranquillamente a prendere la polvere in un cassetto di Palazzo Montecitorio, quando alcuni fatti di cronaca nera hanno costretto gli onorevoli ad affrontare l’annosa questione. Si da il caso che i furti nelle abitazioni - spesso conditi da botte, imbavagliamenti, minacce e coltellate varie – siano leggermente aumentati nell’ultimo decennio. Dai 140.000 del 2006 siamo giunti ai 250.000 del 2016. Un invidiabile traguardo a cui siamo giunti grazie anche al determinante contributo offerto dagli amici stranieri che a vario titolo bivaccano sul suolo italico.
La grande novità della riforma riguarda le situazioni che vengono considerate “legittima difesa”. E’ introdotta una modifica in base alla quale si considera legittima difesa la “reazione a un’aggressione commessa in tempo di notte”. Da una prima lettura abbiamo la confortante certezza che il testo non sia stato scopiazzato ma è sia frutto del lavoro parlamentare. “In tempo di notte”, infatti, non è italiano. Sul significato dell’elocuzione per ora vige il massimo riserbo, dalle prime indiscrezioni, tuttavia, sembrerebbe che di notte sia quando è buio. Saranno pertanto lasciate alla libera valutazione del giudice le fasi dell’aurora (anche boreale) e del crepuscolo. La corrente leopardiana della magistratura ha già fatto sapere che, causa la profonda angoscia cagionata da tali espressioni di natura matrigna, si dichiarerà non competente.
AssoLadri, invece, pur plaudendo al testo, chiede l’estensione all’intero anno solare dell’ora legale. Un’ora di luce in più, spiega il portavoce dei Malviventi, non solo permetterebbe alla categoria di lavorare in sicurezza, ma porterebbe anche un notevole risparmio in termini di munizioni per ogni nucleo familiare. Allo studio, poi, un emendamento che in parziale riforma di quanto previsto dalla norma riconosca la possibilità di sparare di giorno, purché si indossi il pigiama. La maggioranza parlamentare invita alla calma, evidenziando che il testo del novellato articolo 52 c.p. non è ancora definitivo, ed auspicando che tali migliorie possano essere apportate dai colleghi di Palazzo Madama. Non ci resta che attendere, purtroppo.
Paolo Sebastiani, avvocato (nessuno è perfetto!), accanito bibliofilo, ama la Storia che approfondisce con Winston, il suo bulldog inglese. Conduce Elzeviro, in onda tutti i lunedì alle 21 su TVR, collabora con i quotidiani La Verità e Il Giornale OFF.
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