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comunità degli abusi

Forteto: nuova inchiesta, due indagati per pressioni su un testimone

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Immagine articolo - ilsitodiFirenze.it

La procura di Firenze ha aperto un'inchiesta per subornazione di testimone in merito alle dichiarazioni fatte da un ospite della comunità Il Forteto al
processo contro il fondatore Rodolfo Fiesoli e suoi collaboratori per maltrattamenti e violenze sessuali sui minori affidati dal tribunale alla comunità di Vicchio (Firenze). Al momento, per aver istigato il testimone a non dare una testimonianza corretta, risultano indagati i suoi due genitori affidatari. Il teste arrivò al
Forteto all'età di 11 anni coi tre fratelli, provenendo da una famiglia ''difficile''.

 

La nuova inchiesta, di cui si ha notizia oggi, scaturisce da un articolo del Corriere Fiorentino del 5 febbraio dove il testimone, oggi adulto, ha raccontato di aver dovuto mentire al processo contro Fiesoli e gli altri perché da parte della comunità "minacciarono di farmi passare per pazzo e di allontanarmi per sempre da mia figlia" nella fase di separazione dalla moglie, "così ho ceduto alle pressioni degli imputati e ho nascosto ai giudici l''inferno vissuto per 20 anni".

 

Al processo il teste non avrebbe voluto deporre: "ma - dice - subii un'angosciosa pressione dai genitori affidatari e dagli altri imputati perchè andassi in udienza". E parlò del Forteto come di un luogo dove la vita si svolgeva tranquilla e dove lui aveva vissuto serenamente coi genitori affidatari. Invece, afferma oggi, "ho subito umiliazioni e soprusi, anche se non gli abusi denunciati dagli altri miei compagni" e "sono stato costretto ad accusare mia madre di violenze che in realtà non ha mai compiuto". Inoltre, riporta sempre il quotidiano fiorentino, a 12 anni lavorava già al Forteto "in officina e come stalliere, anche di domenica" e "i rapporti col mondo esterno erano molto limitati". Prossimamente il teste sarà sentito dagli inquirenti. (ANSA).

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