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corriere fiorentino

Inchiesta Free Parking, indagati salgono a 35

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Immagine articolo - ilsitodiFirenze.it

A chiamare era l'imprenditore che aveva già pagato i parcheggiatori abusivi ed era stato multato 'per errore' e il commerciante che doveva andare a fare una commissione in centro. Erano i dipendenti di Palazzo Vecchio, tra cui la segretaria di un assessore, Antonella Zagli, e della stessa Sas, la società partecipata del Comune di Firenze a cui dipendevano i 'vigilini' finiti nella bufera degli arresti.

 

Era la moglie ma anche l'amico che doveva andare a discutere la tesi di laurea e doveva lasciare l'auto in sosta senza rischiare una multa, era il dirigente sportivo e anche alcuni vigili urbani.

 

Sono finiti tutti nell'inchiesta della Procura e sale così a 35 il numero degli indagati. Lo riferisce un articolo del Corriere Fiorentino stamani in edicola. 

 

Le indagini del reparto anticrimine della polizia municipale, coordinati dal pm Paolo Barlucchi, sui 'vigilini' che facevano 'affari' con i parcheggiatori abusivi rivelano che la telefonata per chiedere l'annullamento delle multe - quasi tutte per divieto di sosta, sanzione da 28 euro - era una pratica piuttosto diffusa. E forse diventata un po' troppo di dominio pubblico se Nicola Raimondo, il coordinatore dei controllori della sosta, adesso finito nel carcere di Sollicciano, nei mesi scorsi rimprovera i suoi colleghi invitandoli ad essere più discreti: "Si è detto cento volte. Non dovete pubblicizzare. Ma che fai, mandi i messaggi sul gruppo... che qualcuno lo gira e ci sputtana tutti...". Lo stesso timore animava i 'vigilini' che avevano deciso di non informare l'ultima assunta dell'altra prassi in voga nell'ufficio: prolungare fino a tre ore la pausa pranzo, invece della mezz'ora prevista: "Perchè poi ci sputtana tutti...".

 

Una consuetudine talmente consolidata che all'ennesima richiesta di multe da archiviare uno del gruppo fa la proposta di stilare un elenco per consentire al massimo un'archiviazione a persona. Il sistema si trovava sempre, racconta il Corriere riportando alcune intercettazioni. Si scriveva "trattasi di fermata e non di sosta" o "targa non visibile"; poi si strappava il verbale o si buttava nel wc.

 

"Te quando hai qualche problema con le multe mi chiami, capito?" dice in un'intercettazione Raimondo a una persona che chiama dall'ufficio risorse finanziarie di Palazzo Vecchio. E rimprovera un dirigente di Palazzo Vecchio. "Perchè non mi hai detto nulla che te la levavo?". Una telefonata parte dalla segreteria dell'assessorato alla Sicurezza: "Mia nuora è stata appena multata perché aveva parcheggiato in via Corridoni in una zona riservata ai residenti". "Non ti preoccupare, mandami il numero su WhatsApp", la risposta.

 

"Senti, in Savonarola hai bombato un mio amico, volevo sapere se si poteva fare qualcosa": a chiamare è un dipendente della Sas, che mezz'ora dopo telefona anche a un altro 'vigilino' per assicurarsi che effettivamente la multa sia stata cancellata, per non fare brutte figure con la funzionaria del Comune: "Ma che discorsi...te la verifico io". Un giorno una dipendente della Sas fa un giro di telefonate a tre colleghi per sapere chi è che ha fatto le multe nel 'parcheggione' di via Faentina.

 

"Avrei bisogno di un piacere, hai fatto la multa al mio compagno oggi, me la puoi levare? Ti offro il caffè quando ti vedo". Lui risponde subito: "Sì mandami per WhatsApp la foto del verbale così domani l'archivio". "Mi raccomando levala, sennò gli arriva a casa di 60 euro". Il dirigente della Sas Maurizio Caprio chiama Raimondo per fare togliere una multa presa in via Toscanini da un'amica della figlia. Non era 'visibile' la targa di un dipendente della Sas che bussa alla porta di Raimondo: "Vai tranquillo, si archivia tutto".

 

C'era anche chi chiamava per avere informazioni sui servizi in corso: "Devo lasciare la macchina in piazza Isidoro del Lungo per andare a discutere la tesi di laurea". E quando la moglie di Vittorio Sergi, il 'vigilino' adesso finito a Sollicciano, cerca un posto dove parcheggiare in piazza Libertà lui la rassicura: "Trovi il posto e non importa che tu paghi, tanto c'è la Beatrice, mi hanno mandato i turni, puoi parcheggiare tranquilla". Sergi garantisce sul doppio fronte: quello dei 'vigilini' e quello dei parcheggiatori abusivi. "Allo zingaro glielo dici, sono la moglie di Vittorio, non rompere le scatole". Al dirigente sportivo che chiama Raimondo strappa la multa e poi garantisce per il futuro: "Te mettila dove vuoi, mettila negli spazi blu, poi ci penso io. Tre minuti e ho fatto".

 

A novembre è l'ispettore della polizia municipale Tiziano Gori a chiamare Raimondo per dire che il giorno precedente il vigile di quartiere Francesco Cirillo aveva preso una multa su viale Talenti. Dopo quella telefonata le telecamere nell'ufficio riprendono Raimondo che prende un verbale, lo infila nel giubbotto ed esce. Nell'ottobre 2018 una multa fatta per errore da un vigilino in piazzale Vittorio Veneto a un'auto che aveva già pagato la 'gabella' agli abusivi, fa scattare la protesta dei parcheggiatori. "Sono stato accerchiato" dirà il controllore della sosta costretto così ad annullare il verbale.

 

Oggi intanto inizieranno a Sollicciano gli interrogatori di garanzia e andranno avanti fino a martedì. Il gip Antonio Pezzuti ascolterà Nicola Raimondo e Vittorio Sergi, poi toccherà ai parcheggiatori, i fratelli Vittorio eUmberto Fiume Pugliese e il fratellastro Franco Pugliese. Nel pomeriggio sarà invece interrogato uno dei sei ausiliari sospesi.

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