È stato approvato dalla giunta del Comune di Firenze il rendiconto della gestione di bilancio del 2016.
Il bilancio consuntivo dello scorso anno è stato poi trasmesso ai Consigli di Quartiere ed al consiglio comunale per l’approvazione. “Il rendiconto 2016 evidenzia lo stato di salute del bilancio del Comune, che ha assicurato servizi e investimenti senza aumentare le tasse o le tariffe dei servizi individuali, ma agendo sulle modalità di erogazione dei servizi, sulla lotta all’evasione e sull’emersione delle basi imponibili” ha spiegato l’assessore al bilancio Lorenzo Perra.
Nel dettaglio, le spese correnti del 2016 sono state 577 milioni di euro e sono state ridotte, rispetto al 2015, dell’1,09% (ovvero di 6,3 milioni di euro). Il 28% di queste sono servite per le spese del personale dipendente mentre il 60% per l’acquisto di beni e servizi. A tali spese si sommano gli accantonamenti a fondo crediti di dubbia esigibilità, per circa 31,5 milioni di euro.
“Un bilancio in salute sia nel far fronte alle spese correnti e a quelle per investimenti – ha aggiunto l’assessore Perra - sia nell’accantonamento nei fondi quanto prudenzialmente necessario per i crediti pregressi. Stiamo comunque lavorando per una migliore gestione del bilancio e della sua struttura, assicurando una più efficace spesa corrente e maggiori disponibilità di spesa per investimenti, al fine di garantire i servizi adeguati e le infrastrutture necessarie ai fiorentini”.
Sul capitolo investimenti invece le spese impegnate e finanziate con entrate 2016 sono state 102 milioni di euro, per un totale di 320 gare di appalto. Il complesso delle spese per investimenti impegnate nel 2016 (e finanziate con entrate anche di esercizi precedenti) sono invece state 320 milioni di euro. Questa somma assai elevata di investimenti di competenza 2016 (la cui realizzazione si è realizzata o è in corso di realizzazione), è stata resa possibile dalle nuove regole di finanza pubblica e dalla modifica del patto di stabilità (superamento del c.d. saldo ibrido di patto).
“I vincoli del nuovo patto vengono rispettati quindi così come previsto dal bilancio di previsione 2016 – ha spiegato ancora Perra – con un margine di quasi 54 milioni. Le nuove regole consentono ai Comuni solidi come Firenze di avere ampi margini di libertà per la realizzazione di nuovi investimenti pubblici”.
Si consolida inoltre il fondo per i crediti di dubbia esigibilità, arrivando a toccare quota 192 milioni di euro (era di appena 14 milioni a fine 2013). Il complesso delle spese comunali sono state finanziate nel 2016 per 353 milioni di euro da entrate tributarie, per poco meno di 76 milioni da trasferimenti correnti, per 228 milioni da entrate extra tributarie e per 52,6 milioni da entrate in conto capitale.
Delle entrate tributarie, si segnala nel 2016, una crescita di 2 milioni dell’imposta di soggiorno (grazie sia all’afflusso di turisti che alla lotta all’evasione), un aumento del gettito del tributo rifiuti - Tari (per effetto di un più efficace contrasto all’evasione) e la cancellazione dei 42 milioni dell’imposta patrimoniale sulla prima casa - Tasi.
I trasferimenti statali al Comune rappresentano invece ormai una componente residuale delle entrate (pari al 13% se rapportate alle spese correnti), nonostante il ristoro del mancato gettito Tasi. Il Comune ha infine contratto nuovi mutui nel 2016 per 33 milioni di euro. Si riduce tuttavia l’indebitamento complessivo, da 474 milioni a 472 (ovvero a circa quattro volte meno il limite di indebitamento consentito dalla legge). Rispetto al 2015, nel 2016, si è anche ridotta la spesa per interessi passivi di oltre 1,5 milioni di euro, per effetto delle migliori condizioni dei tassi di interesse e della struttura del debito.
Nel corso del 2016 il Comune di Firenze, a differenza dell’anno precedente, non ha infine fatto ricorso all’anticipo di tesoreria (che era stato di 54 milioni nel 2015). Ha tuttavia assicurato un’elevata tempestività dei pagamenti ai propri fornitori, con un tempo medio di pagamento inferiore di 9 giorni rispetto alla scadenza di legge (scadenza che è di 30 giorni dalla fatturazione).
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