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domenica, 27 gennaio 2013 - 15:53
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30 anni di silenzi

Forteto - Locci: "La Regione parte civile nel processo? Dovrebbe essere imputata"

Immagine articolo - Il sito d'Italia

“La Regione Toscana si costituisce parte civile nel procedimento contro Rodolfo Fiesoli e gli altri 21 indagati per la vicenda del Forteto? Un ripensamento tardivo e artificioso.

Le Istituzioni, Regione in primis, si sono rese colpevoli di gravi omissioni nell’intera vicenda”. Lo dichiara il consigliere regionale Dario Locci (Gruppo Misto), che faceva parte della Commissione d’inchiesta sull’affidamento dei minori alla luce dei fatti del Forteto.

 

“Enti locali, Asl, servizi sociali – continua Locci – dovrebbero stare sul banco degli imputati, per le colpe di cui si sono macchiati. Da quel che ci hanno raccontato i protagonisti della storia, tutto ciò è andato avanti per oltre trent’anni”.

 

“La relazione finale rilasciata dalla Commissione – prosegue – mette in evidenza gravissime mancanze sia da parte delle Amministrazioni, che hanno continuato ad avallare l’esperienza del Forteto, sia da parte del Tribunale dei Minori, che ha perseguito nell’affidare bambini alle persone che vi abitavano, sia da parte dei servizi sociali, colpevoli di non aver effettuato controlli, inoltrato segnalazioni o semplicemente ascoltato e osservato più attentamente”.

 

“Adesso la Regione Toscana si mette dalla parte delle vittime – attacca il consigliere – ma cos’ha fatto per trent’anni, da quella famosa seduta del 1980 in cui il consigliere Innaco mise al corrente l’Aula di ciò che succedeva nel recinto del Forteto? Cos’ha fatto dopo la sentenza definitiva del 1985 che condannò Fiesoli e Goffredi per corruzione di minorenne? E dopo la sentenza della Corte Europea del 2000 che condannò l’Italia per aver mandato da loro dei bambini? Ha continuato a finanziare progetti, ha portato alcuni rappresentanti in Australia per un tour promozionale sulle eccellenze toscane, ha continuato a non guardare da quella parte”.

 

“Nulla è avvenuto per caso – sottolinea il consigliere - il Forteto fin dall’origine è stato visto dai comunisti toscani come una comunità alternativa da incoraggiare e finanziare. Negando la religione, la famiglia e la proprietà, il comunismo nega le istituzioni naturali, con il risultato di privare l’uomo di ogni difesa e così esporlo ad ogni abuso e sfruttamento. Ed è ciò che è accaduto al Forteto. Il Fiesoli da solo nulla avrebbe potuto”.

 

“Non veniteci a dire adesso – conclude Locci – che la Regione è stata truffata dal Fiesoli: la Regione non ha voluto vedere, come molti altri”.

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